«Okkupazioni»: il tavolo permanente praticamente inutile

«Okkupazioni»: il tavolo permanente praticamente inutile

Okkupazioni, che fine ha fatto il Tavolo inter-istituzionale permanente con sindacati, coordinamento di lotta per la casa, costruttori, enti locali, sull’emergenza abitativa? Dalla prima riunione (16 settembre 2009) a oggi, il vertice si è tenuto un paio di volte e non ha concluso un granché. Di recente si è fatto un gran parlare dello sgombero di San Lorenzo, poco più di 15 ragazzi delle scuole medie superiori. Nel frattempo, però, l’ex-Gil in viale Adriatico è finito nelle mani dell’Horus di piazza Sempione. E i collettivi hanno okkupato altri stabili impunemente. È una Roma sotto-traccia che vive e prospera nell’illegalità. Perché, se qualcuno l’ha scordato, occupare un immobile è un reato penale.
Sono soprattutto le associazioni inquilini e assegnatari a puntare il dito. «Il Tavolo è fallito», tuona Federcasa, che a Roma rappresenta 4mila famiglie, la maggior parte in lista di attesa di una casa comunale. «Il prefetto, per il Tavolo sospende gli sgomberi - protesta il segretario regionale Gian Luigi Pascoletti -. I movimenti invece non sospendono le occupazioni. Con chi non rispetta le regole non si tratta». L’impegno dei collettivi è stato disatteso, spiega Pascoletti, «con le occupazioni di un palazzo della Provincia in via Emanuele Filiberto (destinato a sede della Consulta provinciale degli studenti) e di un altro al Pigneto il 21 settembre». Poi è stata la volta dell’ex-Gil.
Ma nella Città Eterna si va avanti così da un bel pezzo. Altro che sgomberi. Certi insediamenti sono enclave storicamente consolidate dell’ultrasinistra. Il centro sociale La Strada, in via Passino, Garbatella, quindici giorni fa, esattamente l’8 ottobre, ha celebrato con aperitivo e spettacolo teatrale i quindici anni di okkupazione. Corto Circuito, in via Serafini, Tuscolano, ad aprile ha festeggiato i 19 anni. Ancora poco, in fondo, in confronto a Forte Prenestino, Centocelle, okkupato dal lontano 1983 e vietato agli intrusi da allora con tanto di ponte levatoio. E niente se paragonato a via dei Volsci, dove al civico 32 una vecchia trattoria (oggi apprezzata birreria) venne okkupata dai veterani dell’autonomia extraparlamentare fra il 1978 e il 1979, gli anni di piombo e del sequestro Moro.
Sono all’incirca cento gli angoli di Roma come questi, «in possesso» dei collettivi dell’ultra-sinistra, dove chi è a destra di Rifondazione non entra. La mappa è stata redatta dalla commissione comunale sicurezza di Fabrizio Santori su segnalazione (spesso di protesta) di consiglieri municipali, comitati di quartiere, enti privati, cittadini. E a questo punto non resta che rivolgere al prefetto Giuseppe Pecoraro, uomo abituato a rispondere con i fatti, una, due, tre, quattro, semplici domande.
Domanda n° 1) Nella mappa Santori figura fra gli altri l’ex scuola comunale 8 Marzo alla Magliana.

Come mai, malgrado gli arresti dei carabinieri, l’accusa di racket, la mozione di sgombero del consigliere comunale Federico Rocca, l’ex 8 Marzo è ancora okkupata? Domanda n°2) Il Prefetto ha mai ricevuto da Bankitalia la richiesta, luglio 2009 dice Palazzo Koch, di sgomberare il palazzo pericolante di via Carlo Felice okkupato da Sans Papiers? Che succede se dovesse verificarsi un crollo? Domanda n° 3) Andrà prima o poi il Prefetto a dare un’occhiata a Forte Prenestino, dove le forze dell’ordine non entrano dai tempi di Adamo ed Eva? Domanda n° 4) Risulta al Prefetto che ci siano dei kapò di guardia al palazzo Inpdap di corso d’Italia okkupato da Action, come denuncia lo stesso Santori? Basta un sì o un no. Tanto per capire.

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