Economia

Opel, Gm si prepara a «tradire» Magna Berlino alza la voce

L’accordo tra Deutsche Telekom e France Télécom per le loro controllate di telefonia mobile riporta in prima piano tutti i problemi del settore delle tlc. Solo qualche anno fa una simile joint-venture sarebbe sembrata assolutamente improbabile dato che la crescita del settore della telefonia cellulare pareva fosse praticamente infinita. Invece, secondo una ricerca di Idc, neppure l’uso intensivo di Internet e di mail dal telefonino metterà una pezza ai tagli tariffari imposti non solo dalla concorrenza, ma dalle Authority nazionali e dall’Ue.
Basta pensare che solo il taglio alle tariffe degli sms spediti dall’estero è stato in aprile del 61%. Il risultato di una politica sui prezzi tanto contenitiva avrà come effetto che il mercato della telefonia cellulare in Europa passerà dai 203 miliardi di euro attuali a 199 miliardi nel 2013. Ecco perché anche giganti come Deutsche Telekom e France Télécom pensano di unire le forze, tagliando le spese per far risalire i margini. Del resto l’operazione ha già dato i suoi effetti in Austria e in Olanda, mentre in Italia da mesi si dice che Wind potrebbe acquisire «3». E in Inghilterra «3 Uk» potrebbe finire nella rete di qualche altro gestore, ossia Vodafone e soprattutto Telefonica che in Gran Bretagna possiede «02». Il gestore spagnolo, che detiene il 42% di Telco, la holding che controlla la società italiana, si sta rilevando un socio «difficile» per Telecom. In Sud America, infatti, l’ex-monopolista dovrà vendere la partecipazione in Telecom Argentina dato che l’Antitrust di Buenos Aires contesta la posizione dominante di Telefonica nelle tlc del Paese, vista la contemporanea presenza degli spagnoli in Telefonica Argentina e indirettamente in Telecom Argentina. Proprio ieri sono spuntati nuovi gruppi interessati, con offerte intorno ai 500 milioni di euro, il fondo Pegasus, l’operatore televisivo Telecentro e una importante impresa straniera del settore dei media. Tra i pretendenti ci sono anche il gruppo Clarín, il magnate messicano Carlos Slim (che in Brasile possiede il gestore mobile Claro) e gli stessi Werthein che hanno già il 50% della società. Ma anche in Brasile la situazione non è semplice. «In quel mercato - ha spiegato Oriana Cardani, analista di Centrosim - il consolidamento di Tim Brasil è ovviamente impossibile perché in quel Paese è presente Telefonica con Vivo». Quanto all’Italia da tempo la società è in una situazione di stallo. Il governo infatti non vuole che un asset strategico come il network telefonico finisca in mani straniere. Così Telefonica, e neppure altri soggetti, potranno comperare Telecom la quale, però, a sua volta non può fare acquisizioni all’estero dato il suo alto debito.

«Per il momento - prosegue Cardani - il destino di Telecom è quello di restare un operatore domestico con una forte presenza in Brasile».

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