Fagioli neri, carne di maiale, secca, di bue, salsicce affumicate e poi fisiologi, fisioterapisti e psicologi. Fra Rio e San Paolo, fra mamma Rosilda, nonna Vanda, il procuratore Gilmar Veloz e le parole affettuose del presidente Massimo Moratti, il ritiro brasiliano di Adriano è tale da far invidia a un astemio. In realtà se lInter avesse solo qualche certezza in più sulle probabilità che il brasiliano passasse almeno le prime visite mediche, lo avrebbe già ceduto. La fila delle pretendenti cè ed è vera, in Europa e in Brasile, ma proporre un giocatore e vederselo restituire a breve giro per non idoneità oggi sembra scontato. Adriano ora è a San Paolo, circondato dal calore e dalla corte di uno dei club più potenti del Brasile che lo vorrebbe tesserare per fargli disputare la coppa Libertadores che inizierà a febbraio: «Ci piacerebbe molto poter contare su di lui - ha dichiarato il direttore sportivo del San Paolo Marco Aurelio Cunha -. Lui ha bisogno di quel calore umano che difficilmente potrebbe ricevere in Europa. Qui può contare su persone che si dedicheranno completamente a lui». Sanno di cosa soffre Adriano? Lo sanno, forse non è chiaro il quadro esatto della situazione, ma il problema è noto: «Il suo problema è molto più psicologico che fisico - ha ammesso Cunha -, la sua parte emotiva è scossa». Per la verità, anche Moratti sa di che soffre il ragazzo. DallItalia, il presidente scherza ma poi lo accarezza a parole («che cosha? è matto totalmente...» dice prima di farsi serio, «ha quella che si chiama depressione, la sua è quella di un giovane, ma è forte, si riprenderà». Quindi, come a benedire il soggiorno brasiliano, «speriamo torni quello che è, là gli sarà più facile...» quanto alleventualità di un prestito «non ci passa per la mente»).
Ieri lImperatore ha rilasciato unintervista dal centro tecnico di Menzen di San Paolo, e il senso delle sue dichiarazioni resta quello dei buoni intenti, della ricerca di affetto e protezione. «LInter mi è vicina - ha detto in conferenza -, mi hanno chiamato sia il presidente Moratti sia Mancini, loro mi stanno aiutando molto. Anche il San Paolo e anche Dunga mi sono vicini, vorrei tornare nella Seleçao. Ma per ora il mio primo pensiero è recuperare. Voglio tornare a sorridere e anche lInter vorrebbe vedermi tornare in alto per far felice tutta la mia famiglia».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.