«Ora basta considerare la musica un rumore»

«Basta con i limiti per il rumore». L’assessore agli Eventi Giovanni Terzi è furente e chiede che Milano si tolga di dosso un po’ di muffa. Almeno per quelle cinque o sei serate in estate in cui a San Siro ci sono i concerti dei big. Lo sfogo arriva dopo l’ipotesi dell’ennesima defezione. Non una defezione qualunque. In ballo c’è Paul McCartney che, scoraggiato dal limite di 78 decibel imposto dai regolamenti dell’Asl, sembra abbia fatto saltare il concerto a San Siro in programma per giugno. E pensare che la tappa milanese dell’ex leader dei Beatles sarebbe stata storica: uno degli ultimi bagni di folla prima dell’addio alle scene. Milano potrebbe quindi dover vivere solo nel ricordo del leggendario concerto del 1965 al velodromo Vigorelli, in cui il complesso di Liverpool fece il tutto esaurito. «L’avevo detto che con questa storia dei decibel rischiavamo grosso. Non possiamo permettere che Milano perda occasioni così importanti - attacca Terzi, lanciando la sua proposta salva-musica -. Facciamo come in altre città italiane, aboliamo il limite dei decibel in quelle cinque o sei serate di concerti al Meazza». Il vero problema, secondo l’assessore, è un altro: «È assurdo considerare la musica come rumore. Il rock non può essere paragonabile a un martello pneumatico. Quella dei comitati anti rimori è un’intolleranza senza motivo che fa molto male alla città. Chi abita in un quartiere, per una manciata di serate, può anche convivere con ciò che caratterizza questo quartiere. In questo caso San Siro».
Insomma, a lui, rockettaro e amante di Red Hot Chili Peppers e Rolling Stone, non va giù che i grandi della musica rock rinuncino a suonare a Milano. Altra batosta per il palco di San Siro è il no degli Ac/Dc, il gruppo heavy metal australiano che, piuttosto che esibirsi sottovoce a Milano, ha preferito declinare l’invito e ripiegare sul Friuli: il concerto si terrà il 19 maggio a Udine. Ancora una volta Milano resta a becco asciutto. A godersi il suo silenzio. E per fortuna che quest’anno Vasco Rossi non ha nemmeno pensato di riempire lo stadio, preferendo esibirsi in una location più «intima» come il Forum di Assago. Là almeno nessuno si lamenterà del rumore. Altrimenti sarebbero scattate le solite polemiche e la rockstar di Zocca si sarebbe nuovamente trovata a metà concerto a far cenno agli 80mila dello stadio di cantare sì, ma «piano, piano».
Persino Bruce Springsteen rischia di non tornare più al Meazza. I ricordi che si è portato a casa, dopo il concerto del 2008 sotto un memorabile diluvio, non sono dei migliori: da un lato i fans impazziti ed entusiasti ma dall’altro la denuncia in Procura dei comitati antirumore dei residenti. Lo sforamento del tetto del silenzio è costato un processo al suo promoter.
Terzi ce la mette tutta, ma semplice non è. Proseguirà la raccolta di firme per mobilitare il popolo pro musica contro le polemiche «strumentali» di un quartiere. Anche il sindaco Letizia Moratti era intervenuta per chiedere al prefetto un’eccezione per il concerto di Madonna. Quella forse era stata la sola eccezione del calendario, assieme agli U2. Ma, anche se il baronetto McCartney non verrà, non tutto è perso: tra i grandi concerti attesi nel 2010 ci sono quello dell’8 giugno dei Muse, al debutto sul palco dello stadio. E poi Ligabue che, nella prima settimana di luglio, chiuderà la stagione della musica con due date. Certo, con il volume delle casse regolato a dovere e con le prime canzoni «urlate contro il cielo» prima del tramonto, a luce piena.

Poi tutti a nanna entro le 23,30 e multe salatissime per chi sfora sull’orario del coprifuoco. Paragonato al calendario dello scorso anno (con U2, Madonna e Depeche Mode), il programma dell’estate 2010 è un po’ più smilzo. Ma ci saranno due novità: Fiorello e l’ingresso a San Siro dell’opera con «Renzo e Lucia».

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