Ora criminalizzano le navi dei sogni

L’ultima assurdità: il ministro Clini vuole vietare le rotte vicine alle città e il Codacons "affonda" la flotta Costa

Ora criminalizzano le navi dei sogni

Tutti d’accordo: non è l’ora delle polemiche. Almeno finché non arriva il ministro dell’Ambiente Corrado Clini. Che da un lato è giustamente preoccupato del rischio ambientale da scongiurare e della necessità di «intervenire rapidamente per evitare disastri in zone delicate». Ma dall’altro non si limita all’emergenza attuale e pensa già a vietare alle navi da crociera di fare il loro lavoro, cioè portare turisti alla scoperta delle perle d’Italia. «Dobbiamo intervenire rapidamente e con decisione per evitare che queste grandi navi arrivino vicino ad aree sensibili - aggiunge il ministro -. Basta con la gestione di queste navi che vengono usate come vaporetti». Parole assai poco tecniche e molto politiche. Politicamente schierate sulla linea delle associazioni ambientaliste e di consumatori.
Una posizione ideologica, che rischia di affondare, più che le navi, diverse economie portanti delle regioni costiere italiane. Anche perché si scontra con la realtà, fatta di tanti esempi positivi di «convivenza» tra colossi del mare e gioielli naturalistici. Per Venezia, ormai, si tratta di una routine, anche se contestata da esponenti di gruppi ecologisti. Portofino da sempre punta forte sull’arrivo di grandissime navi da crociera, che gettano l’ancora in rada, a pochi metri da una scogliera a picco sul mare, e sbarcano migliaia di turisti con i tender. Operazioni che avvengono regolarmente senza rischi in quella che è un’area marina protetta comprendente anche la vicina Santa Margherita Ligure, ben felice di vedere i gioielli del mare alla fonda a ridosso del suo porticciolo. Sanremo, dall’altra parte della Liguria, sta cercando di conquistare quante più tappe possibili delle navi da crociera, dopo un paio di sbarchi che hanno soddisfatto i commercianti della zona. In Sicilia, Taormina è spesso sfiorata da grandi unità che mostrano ai propri passeggeri gli incantevoli scorci paesaggistici.
Manovrare vicino alla costa, se si rispettano regole e rotte sicure, non è follia, né mette a rischio la sicurezza della stessa nave. E a spiegarlo al ministro Clini è un tecnico. Un tecnico vero, come Paul Kyprianou, responsabile delle relazioni esterne della compagnia di navigazione Grimaldi. «Le regole ci sono, basta rispettarle - taglia corto -. Non sono necessari interventi, né un’ulteriore regolamentazione. La tragedia della Costa ha colpito tutti noi, ma le navi sono ormai altamente all’avanguardia, hanno tutta la strumentazione necessaria. Ho difficoltà a pensare a mezzi di trasporto che possano essere più sicuri delle navi». Le sentenze affrettate e di facile presa sono troppo rischiose. «Sarà l’inchiesta a stabilire quello che è successo alla Costa e non tocca certo noi dirlo - conclude Kyprianou - quello che posso ribadire è che le regole per una navigazione sicura, per i passeggeri come per le aree ambientalmente sensibili, ci sono».
Anche perché il passaggio di navi da crociera, e della stessa Concordia, vicino all’isola del Giglio non è una novità. Anzi, stava diventando quasi una piacevole consuetudine per tutti. Per i passeggeri e per i residenti. Che però stavolta hanno notato che la rotta era sbagliata. Era esageratamente vicina agli scogli delle Scole. Un errore che non può portare a decisioni drastiche.

Come quella cui giunge Carlo Renzi, presidente del Codancons, che chiede addirittura di «sospendere o ritirare la licenza di navigazione alla Costa Crociere». Parole per affondare, dopo la Concordia, un’intera economia.

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