La caccia al fantomatico «papello» con le richieste di Cosa nostra allo Stato per far cessare le stragi, fa tappa nientemeno che a casa di Lino Iannuzzi, il giornalista più esposto nel contrastare il perverso meccanismo del professionismo antimafia, in toga e non. È nellabitazione dellex senatore - stando al mandato di perquisizione della Dda di Caltanissetta - che gli inquirenti nisseni si dicono fiduciosi di trovare il carteggio, pezzi di esso, oppure pizzini, fogli ingialliti, monchi o fotocopiati relativi alla presunta «trattativa» del 1992, a dimostrazione, perché no, che lo stesso Iannuzzi già ventanni fa fosse a conoscenza dei tentativi di trovare un accordo per far cessare le bombe. Nel decreto di perquisizione si parla di indagini a carico di «soggetti esterni a Cosa nostra» nellinchiesta bis sulla strage di via DAmelio. Quella, sia detto per inciso, che sta alla base della battaglia di Iannuzzi finalizzata alla creazione di una commissione parlamentare per fare luce sulle storture delle indagini nissene basate sulle dichiarazioni del pentito Vincenzo Scarantino che ha spedito allergastolo gente da poco scarcerata perché risultata innocente.
I magistrati bussano a casa di Lino Iannuzzi di buon ora perché Massimo Ciancimino, il ben noto figlio di don Vito, nei suoi interrogatori a Caltanissetta e Palermo «ha riferito in merito ai rapporti tra il padre Vito e Iannuzzi anche nel periodo della redazione del cosidetto papello nonché di un suo incontro con Iannuzzi a Parigi, pochi giorni prima della consegna allautorità giudiziaria, del documento denominato papello...». Stando al sito on line del Fatto «pare certo che gli investigatori abbiano trovato i documenti che cercavano». La realtà è ben diversa: gli otto uomini della Dia che per dieci ore hanno curiosato in ogni angolo dellabitazione hanno sequestrato interi faldoni dellarchivio personale del giornalista. Appunti e ritagli di giornale, niente più. Da sovrapporre alle parole verbalizzate da Ciancimino jr che ai pm ha consegnato copia del libro su Andreotti («Il processo del secolo» scritto da Iannuzzi) rimarcando come il papà, nel capitolo dedicato agli incontri coi carabinieri, avrebbe scritto: «il falso è chiaro e lampante».
Quanto allincontro a Parigi, effettivamente vi fu. Ma checché ne dica Ciancimino junior nessun documento segreto passò dalle mani di Lino a quello dellindagato Massimo.
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