È in arrivo un albo per i sommelier, motivato dalla necessità di disciplinare una professione in costante crescita, con reclute in aumento del 10-15 per cento ogni anno, soprattutto tra le donne. La proposta dellalbo è contenuta nel disegno di legge sulla «Disciplina della professione di sommelier e delega al governo per la regolamentazione della materia» che ha iniziato la discussione in Commissione agricoltura a Palazzo Madama su presentazione del senatore del Pdl Pierfrancesco Gamba e dei colleghi di partito Maurizio Saia, Alessio Butti, Achille Totaro e Francesco Amoruso.
Il ddl è stato presentato, spiega Gamba, «nella necessità di qualificare meglio la figura del sommelier professionista, definendo un percorso di indiscutibile serietà e professionalità invece dellautocertificazione di fatto avvenuta finora nei vari corsi e corsetti delle associazioni privatistiche che formano i degustatori». Labilitazione avverà tramite un esame i cui contenuti saranno definiti dal ministero delle Politiche Agricole alimentari e forestali, aggiunge Gamba. Per accedere allesame il disegno di legge prevede una serie di percorsi formativi allinterno del corso di laurea universitario di Scienze della preparazione alimentare, dei corsi offerti dagli istituti alberghi e «da nuove ipotesi - sottolinea Gamba - recepite di recente come i corsi allinterno degli istituti agrari con indirizzo enologico e, in alternativa, anche labilitazione di quanti abbiano avuto una formazione in corsi almeno biennali tenuti da associazioni qualificate».
Ma alla proposta dellalbo fa barricate lAssociazione italiana sommelier: «Lalbo non serve - è il commento di Terenzio Medri, presidente dellAis che opera da quarantanni in Italia sulla formazione dei degustatori del vino in Italia - mi sembra che questo ddl favorisca gli interessi di qualcuno, come le università con i corsi specialistici nel settore agroalimentare, piuttosto che gli interessi della professione. Una professione che già esiste e che ha un percorso formativo qualificato allinterno dei nostri corsi». «Piuttosto - conclude Medri - la nostra associazione sta cercando di definire la nuova figura del maître-sommelier con un inquadramento contrattuale al secondo livello e non già a quel terzo livello attualmente garantito ai sommelier».
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