Politica

Ora il turismo italiano ha catturato gli indiani

Al workshop di Venezia per la prima volta presente un tour operator di New Dehli

Alberto Taliani

Dopo la Cina, l’India e il «ritorno» del Giappone: per l’Italia la frontiera del turismo si allarga sempre di più verso il Sud Est Asiatico sotto la spinta di «tigri» dell’economia e offre nuove opportunità al Belpaese. Secondo il Wto, infatti, nel 2004 hanno fatto vacanze all’estero oltre 6 milioni di indiani, contro i 4,5 milioni del 2003 e si prevede che la cifra salga a ben 50 milioni entro il 2020. Anche i Giapponesi sono tornati a viaggiare sull’onda delle ripresa: quest’anno andranno all’estero in 17 milioni, contro i 13,5 milioni del 2003, entro il 2007 saranno 20 milioni, con l’Italia in pole position grazie a una serie di iniziative messe in campo dalla Jata, l’associazione delle agenzie di viaggio giapponesi, che ha inserito il nostro Paese con Germania e Cina, fra le tre «big destination» da commercializzare. È questo lo scenario inedito che emerge da «Veneto for You-Buy Veneto», il workshop che si è chiuso ieri a Venezia, organizzato dalla Regione e dal Centro estero della Camera di commercio: due giorni dedicati al business vacanziero con incontri fra 504 operatori dell’offerta e 210 tour operator stranieri provenienti da 36 Paesi. La conferma? Fra le centinaia di buyers c’erano 11 tour operator cinesi, a cui si sono aggiunti quelli giapponesi e, per la prima volta, indiani. «J love Italy...», insomma, da Delhi a Tokio. E nella due giorni sono stati forniti gli identikit degli ospiti e un «manuale» di marketing per organizzare una perfetta accoglienza.
Vediamo qualche curiosità. Il turista indiano è giovane, colto, conosce l’arte di viaggiare, privilegia il lusso e le mete top, ama le nostre città d’arte, il nostro stile di vita e spende molto: in media solo per lo shopping la spesa media settimanale di una famiglia di 4 persone è 2.500 euro. I tour operator indiani si stanno adeguando: fino al 2004 l’Italia era solo una tappa del tour europeo ma da quest’anno è una meta finale con cataloghi ad hoc. Insomma una domanda ricca, ideale ad esempio per una meta come Venezia, tanto che l’assessore al Turismo del Veneto, Luca Zaia, auspica l’apertura di un volo dall’India per l’aeroporto Marco Polo. Il vento della ripresa ha ridato slancio anche al Giappone: l’Italia nel 2004 era quarta nella classifica delle spese all’estero dei giapponesi, con 272.851 milioni di dollari. La novità è che ora chiede anche itinerari a tema. Un esempio? «I miei clienti impazziscono letteralmente per il prosecco e le grappe - spiega Yutaka Kikuchi, presidente della Lotti Tour di Tokyo - perché non pensare a un tour che da Venezia porti sulle strade del prosecco o per degustare grappe nel bassanese?».

Oltre ai target tradizionali, nuove protagoniste del «gran tour» sono le giovani single dai 20 ai 39 anni, che scelgono l’Italia - secondo una ricerca di Japan Italy Travel Ondine - per le città d'arte (71%), enogastronomia (62,9%), siti archeologici (59,7%), musei (54,8) e shopping (53,2%).

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