Roma

Ospedale a mezzo servizio, personale in rivolta

Daniele Petraroli

Un ospedale che funziona a mezzo servizio da oltre due mesi, un direttore generale che decide tutto da solo senza neanche ricevere i rappresentanti sindacali, personale medico e paramedico pronto alla rivolta e allo sciopero. A questo bisogna aggiungere quattro concorsi interni per primari bloccati da più di due anni e un altro (bandito ad aprile), invece, già in dirittura d’arrivo e con un «vincitore», chiamiamolo così, di cui si conosce già nome e cognome. Tutto questo non sta accadendo in qualche Paese del Terzo mondo ma a Roma nell’anno di grazia 2006. L’ospedale in questione, invece, è l’Oftalmico di piazzale degli Eroi.
Ma andiamo con ordine. A fine giugno l’azienda ordina di svuotare i locali di circa metà del palazzo. Via i macchinari, via i pazienti, via i dottori. La motivazione è che a breve devono cominciare i lavori di ristrutturazione. Vengono chiuse così anche due sale operatorie su quattro. Ovviamente viene ridotta drasticamente anche l’attività lavorativa. Così, per esempio, la chirurgia si vede costretta a ridurre gli interventi del 70 per cento (a regime ne vengono fatti circa 7mila l’anno) anche perché il servizio di chirurgia refrattiva, quello per la miopia per intendersi, è addirittura sospeso. Il fatto è che dei lavori che dovevano teoricamente cominciare a luglio non vi è traccia e, di conseguenza, non si saprà quando finiranno. Un’intera ala dell’edificio adesso è letteralmente abbandonata. Dietro la porta di legno con il cartello «Vietato entrare. Lavori in corso» non c’è nulla. Né operai né attrezzi. L’unica cosa che possa dare l’idea di un’imminente ristrutturazione è l’impalcatura esterna. Ma anche quest’ultima non è stata mai usata. Da qui la protesta del personale che ieri si è riunito in un’assemblea congiunta. Medici, infermieri e portantini di tutte le sigle sindacali (Cgil, Cisl, Uil, Fials, Simet, Anaao, Aaroi e Cimo) si sono ritrovati in mattinata per organizzare l’agitazione contro Pietro Grassi, direttore generale dell’Oftalmico da agosto 2005. Anche perché le difficili condizioni in cui versa l’ospedale rendono impossibile lavorare. L’atmosfera in cui si è svolta l’assemblea era tesa tanto che qualcuno si è spinto, supportato dalla stragrande maggioranza dei colleghi, a proporre 48 ore di sciopero da attuare entro i prossimi dieci giorni. «Per il momento non si farà - spiega Roberto Cacciamani della Cgil - certo non possiamo escluderlo a priori. È assurdo comunque che Grasso non ci riceva. Il 4 settembre abbiamo richiesto un tavolo di concertazione unico per tutte le categorie per parlarne. Oggi ci ha detto che ci riceverà il 4 ottobre ma separati. Il tavolo di concertazione, poi, è all’ultimo posto di un ordine del giorno fitto di punti importanti». L’agitazione prosegue dunque. Molti camici bianchi intanto si apprestano a cambiare ospedale snervati dalla situazione. Anche perché l’amministrazione vorrebbe recuperare gli interventi rimandati causa lavori tramite straordinari da svolgere sabato e domenica, notte e giorno. «Una dottoressa ha trecento operazioni rimandate e non sa nemmeno dove ricevere i pazienti», racconta un’infermiera.
Capitolo concorsi. I quattro per direttori di unità operativa complessa (per funzioni apicali, in gergo) banditi più di due anni fa non sono mai stati espletati. Quello voluto da Grasso nell’aprile di quest’anno, invece, è arrivato quasi alla fine. E, si mormora nell’ospedale, avrebbe come vincitore un primario molto vicino al deputato della Margherita Giuseppe Fioroni.

Va rilevato che anche Grasso è in quota Dl.

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