Ospedali, ecco le proposte dei medici

Una coperta che si accorcia giorno dopo giorno a causa dei tagli messi a punto dalla vecchia giunta regionale, la Sanità nel Lazio. A fare le spese di queste sforbiciate selvagge mirate i cittadini. Proprio in loro difesa, si è riunita, la consulta di medici della capitale presso la sede della fondazione «Nuova Italia». Strategie e soluzioni per un modello di sanità «virtuoso», su stampo di quello lombardo, sono state avanzate dai camici bianchi romani davanti al sindaco Alemanno, nel corso del tavolo tecnico «Futuro della sanità», coordinato da Adolfo Panfili, delegato del primo cittadino per i Rapporti con le istituzioni sanitarie. «Il sistema sanitario - dice Panfili - è claudicante, si può assimilare a una ferita che sanguina. E che, pertanto, deve essere suturata con idee vincenti». «Con l’auspicio che si possa creare - prosegue - una solidarietà tra i soggetti che erogano sanità, cioè tra strutture pubbliche e private. Devono collaborare per la tutela del paziente e non farsi la guerra, come spesso accade. Bisogna, ad esempio, informatizzare la sanità, affinché vi sia una traccia chiara anche delle prestazioni mediche effettuate». La necessità di intervenire sui capitoli di spesa come i ricoveri «impropri» in ospedale dove un posto letto per lunga degenza costa al paziente tra i 640 e i 720 euro, è la priorità secondo Emilio Mortilla, presidente di Ageing Society Osservatorio per la Terza età: «Punto l’accento sull’importanza di un’assistenza territoriale per i soggetti fragili, che nella capitale sono 275 mila». Parere condiviso da Antonio De Santis, direttore sanitario del 118 Lazio. Che, a conferma della importanza della centralità del territorio, snocciola dati relativi ai soccorsi effettivi: «Le prestazioni funzionali sono state 379 mila solo nel 2009 e saranno, in proiezione per quest’anno, più di 400 mila».

Centralità del territorio, ma anche centralità del medico per Foad Aodi, consigliere dell’Ordine dei medici di Roma: «I camici bianchi lavorano con l’incubo di essere denunciati dai pazienti. L’ordine dei medici propone lo strumento della conciliazione».

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