Roma - È partito il conto alla rovescia per l’apertura della stagione estiva. E con esso tutta la lunga teoria di incubi che assalgono coloro che già sanno che per andare al mare dovranno sottoporsi, con inesauribile pazienza, a chilometriche code su strada e ad estenuanti ricerche per un parcheggio. A Roma, almeno, gli incubi sono questi.
E da oggi - sempre a Roma e provincia - di incubi possibili ce n’è uno in più. Stiamo parlando della lunga attesa in fila davanti all’ingresso degli stabilimenti balneari di Ostia dove a chi vorrà ombrellone e lettino verrà richiesto il documento d’identità. E lo scopo è presto detto. Chi non è romano e non risiede nella capitale vedrà la tariffa per i servizi dello stabilimento balneare lievitare di un euro.
Pare non ci fosse altra soluzione che imporre la tassa di un euro ai non residenti. Siamo in tempo di crisi e bisogna drenare il drenabile. Almeno questo è il senso dell’accordo raggiunto tra i rappresentanti dell’associazione balneari e il Comune di Roma. In principio si era pensato a un forfait di 50mila euro che sarebbe stato versato alle casse comunali dagli stessi gestori degli stabilimenti. Poi si è ritenuta più idonea l’idea di chiedere l’obolo di un euro ai non romani che scelgono il litorale capitolino per la tanto agognata tintarella.
Oltre alla crema protettiva, il telo da mare e gli occhiali da sole, il romano che si imbarcherà nell’impresa di guadagnare il meritato posto al sole non dovrà dimenticare un documento di riconoscimento che attesti la sua «romanità». Pena il già citato obolo di un euro cui aggiungere la fatica che si farà sentire dopo gli estenuanti battibecchi con chi proprio fa finta di non riconoscere la calata strascicata e pigra, cifra indelebile di romanità. Niente sconti, invece, agli abitanti dei Castelli Romani, agli studenti fuori sede, agli immigrati non domiciliati e tantomeno agli stranieri venuti da lontano: per loro, quindi, il mare di Ostia costerà un euro in più.
Chi proprio volesse evitare di versare l’obolo al Comune di Roma dovrà accontentarsi di piantare il proprio ombrellone sulla spiagge libere di Capocotta e Casteporziano.
Come da copione, la tassa dell’ombrellone non è stata presa benissimo dalle associazioni che difendono gli interessi dei consumatori (romani e non). L’Adoc, ad esempio, ha chiesto al Comune di Roma la sospensione immediata della tassa. «È folle chiedere il contributo di soggiorno di un euro ai non residenti per l’ingresso agli stabilimenti balneari di Ostia - commenta il presidente Carlo Pileri -. È un contributo che, tra l’altro, non produrrà nessun significativo aumento di entrate per il Campidoglio, considerando che l’incasso previsto è intorno ai 50mila euro».
Oltretutto potrebbe prodursi il classico effetto boomerang. Solo per effettuare i controlli necessari all’ingresso degli stabilimenti e per preparare la cartellonistica necessaria per tenere informato il pubblico si spenderanno cifre considerevoli.
Secondo alcuni anche superiori a quel tetto dei 50mila euro che Comune e Assobalneari sperano di spillare dalle tasche dei non residenti. Cui seguirebbe anche un possibile calo della clientela non romana (secondo l’Adoc pari al 15-20%).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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