Cronaca locale

The Others al Plastic

La band inglese famosa per le «guerilla gigs», i concerti improvvisati in giro per Londra

Luca Testoni

Il viaggio al centro del nuovo sound londinese promosso all'interno dei «venerdì dal vivo» del Plastic di viale Umbria 120 (ore 23, ingresso 10 euro) non poteva prescindere da The Others, tra i nomi più caldi della scena pop rock britannica.
Amici per la pelle dell'ex Libertines Pete Doherty, l'anno scorso Dominic Masters (il vocalist e leader della band) e soci (Martin Oldham alla batteria, Johnny Others al basso e Jimmy Lager alla chitarra) hanno fatto parlare di sé dando vita a tutta una serie di «guerrilla gigs», concerti improvvisati con veri e propri blitz in giro per Londra.
Come funzionano? Internet e telefoni cellulari sono alla base di tutto: i membri del gruppo pubblicano sul loro forum ufficiale data, ora e luogo di un appuntamento in città. Tocca poi ai fan spargere la voce via e-mail o sms.
Giunti sul posto, gli aficionados attendono l'arrivo dei musicisti per il «party clandestino», spesso e volentieri programmato in location sorprendenti e stravaganti. Nei vagoni della metropolitana, per esempio. O, ancora, nell'atrio della Bbc, all'interno di imprese funebri e gallerie d'arte, all'esterno della casa di Blair al 10 di Downing Street e perfino sugli alberi di un parco.
Concerti «mordi e fuggi» - raccontano le cronache - alquanto movimentati, anarcoidi e naturalmente gratis: si suona, si canta (anche con megafono), si balla, si fa pogo e ci si ritira prima dell'arrivo delle forze dell'ordine. Un'autentica manna per la stampa britannica che li ha subito eletti a propri beniamini. E con tutto il polverone sollevato, era pressoché scontato che The Others diventassero l'ultimo oggetto desiderio dell'industria discografica d'Oltremanica. Alla fine, a stampare il disco (omonimo) d'esordio è stata la Poptones, l'etichetta discografica creata pochi anni fa da Alan Mc Gee, lo scopritore di Oasis e Libertines, dopo la storica esperienza della Creation (Jesus & Mary Chain, My Bloody Valentine, House of Love, Slowdive...).
Trascinati da un personaggio controverso, eccessivo e spregiudicato come Dominic Masters, i ragazzi rockeggiano grintosi e arrabbiati, senza peraltro disdegnare la melodia orecchiabile.

Chissà, forse tra eccessi e pezzi tiratissimi e simil-punk, sognano di far rivivere il mito dei Sex Pistols.

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