Ha portato in aula le sue pagelle «con tutte sufficienze» al liceo linguistico Oxford. Ha fatto vedere ai giudici le cinture in pelle che, nel tempo lasciato libero dagli studi, aiuta a produrre nellazienda di famiglia. Insomma, Riccardo Colato ce lha messa tutta per convincere il giudice di essere un bravo ragazzo, a dispetto dei rapporti dei carabinieri che lo indicano come il leader dellala più esplicitamente nazista della curva dellInter, e nonostante due domeniche fa, dopo la morte del tifoso laziale Gabriele Sandri, abbia partecipato ai cortei finiti in sassaiole infischiandosi della diffida che gli era già stata rifilata in passato. Risultato: una condanna a otto mesi, che per adesso Colato - nome di battaglia «Riccardino» - non sconterà, essendogli stati concessi i benefici di legge.
È la seconda volta in pochi giorni che la giustizia mostra a Colato la sua faccia più comprensiva. La prima volta era accaduto per un singolare strafalcione del pubblico ministero: mercoledì, quando era stato portato nellaula delle direttissime dopo essere stato fermato, il pm aveva chiesto e ottenuto la sua scarcerazione in base ad una edizione non aggiornata del codice penale.
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