Marco Guidi
Gomitate, spinte, gente che cerca di trovare una scorciatoia fra una selva di gambe e braccia. Più che lentrata di un incontro alla Triennale sembra lingresso di un concerto rock. Non fosse che affianco ai giovani con la cresta si affannino signore ingioiellate con tanto di vestito da sera, lipotesi parrebbe confermata. E invece no, sono semplicemente i fan di David Lynch, accorsi in massa per ammirare il cineasta allucinogeno (allucinato?) nelle vesti di «profeta». Ma «profeta» di che? Boh, di meditazione, pare. La folla è davvero tanta. Non bastano tre sale delledificio per contenere i seguaci del «profeta» e in molti non riescono a entrare. Non sanno ancora quanto siano stati fortunati. Allimprovviso spunta lui, Lynch, accolto da un caloroso applauso e inseguito da un nugolo di giornalisti. Nel frattempo Enrico Ruggeri cerca di spiegare il senso dellevento. Peccato che il buon Enrico si limiti a rifilare alla platea la solita tiritera contro il consumismo e la società dellapparire. Nulla più. Che si rivolgesse solo alle signore ingioiellate? Il microfono passa alla star del giorno, il regista premiato a Venezia con il Leone dOro alla carriera solo pochi giorni fa. Ti aspetti chi sa cosa, ma piovono solo frasi astruse.
La pace? Per Lynch è «dinamica»
Ressa da concerto per la sua lezione di meditazione
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