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Pacs, gara in Casa a chi dice più no

E adesso fanno a gara a chi è arrivato prima, a chi la famiglia la difende di più e meglio, a chi ai Pacs dice il no più deciso. In principio fu Michele Scandroglio, esponente di Forza Italia e segretario generale dell'Aiccre, l'associazione italiana per il Consiglio dei Comuni e delle Regioni d'Europa, ad annunciare la nascita del comitato «Famiglia si Pacs no» a sostegno «della battaglia di chi pensa alla famiglia naturale come luogo di crescita dei figli e del suo imprescindibile valore sociale». Poi venne Luigi Morgillo il capogruppo di Forza Italia in Regione, a spiegare le ragioni della sua convinta adesione: «Ho detto sì per promuovere e valorizzare il ruolo della famiglia come nucleo fondante della nostra società, ma anche per contrastare la cultura, dominante nel nostro Paese, che tende a giustificare tutto in funzione dei diritti e a scimmiottare i vari Zapatero in giro per il mondo». Ora, anzi prima degli altri avvertono, sono i consiglieri regionali di An Gianni Plinio e Alessio Saso a ricordare la propria battaglia per la famiglia, rivendicando la paternità della vera battaglia ai Pacs, quella che loro, «da soli» segnalano, hanno combattuto contro la legge sui servizi sociosanitari voluta dalla giunta di Claudio Burlando che pone le basi per un’apertura al riconoscimento delle coppie di fatto.
Pungenti come sempre, i due esponenti di An la mettono così: «Auguriamo buona fortuna al Comitato promosso dall’attivissimo amico dottor Michele Scandroglio. Come rappresentanti di An in consiglio regionale riteniamo, però, di aver già fatto pienamente il nostro dovere allorché, recentemente - da soli - abbiamo votato contro una legge inadeguata e demagogica come quella presentata dalla giunta di centrosinistra in materia di riordino dei servizi sociali che, nella sua voluta ambiguità, prevede interventi anche a favore delle coppie omosessuali fino al punto da aver meritato l’entusiastico ed interessato plauso di Arcigay». La tirata d’orecchie è per Forza Italia, appunto, che in aula ha preferito la via della mediazione politica a quella dell’affossamento in toto della legge, non fosse altro che il testo riprende in grande parte quello scritto dall’allora assessore Morgillo e che, quantomeno, gli azzurri sono riusciti a ottenere che quei diritti che vengono estesi ai «vincoli solidaristici» non fossero inseriti nel capitolo riguardante la famiglia.
Come che sia, è gara. Al comitato «Famiglia sì Pacs no» hanno aderito da subito, fra gli altri, coloro che già si erano impegnati attivamente nel comitato «Io non voto» che aveva difeso vittoriosamente il diritto di non votare al referendum sulla fecondazione assistita: la deputata Gabriella Mondello, il capogruppo in Regione Luigi Morgillo, l’avvocato Ferruccio Barnaba, il consigliere della Fondazione Carige Pierluigi Vinai, il sindaco di Recco Gianluca Buccilli.
Adesso la struttura prende corpo. Se Scandroglio è il presidente del Comitato, è al coordinatore Barnaba che bisogna fare riferimento per aderire (tel. 338-7010445). Lui, da avvocato ne fa una questione di Diritto con la maiuscola, oltre che di diritti. Cita il paragrafo del programma di Romano Prodi dedicato alle coppie di fatto: «L’Unione proporrà il riconoscimento giuridici di diritti, prerogative e facoltà alle persone che fanno parte delle unioni di fatto. Al fine di definire natura e qualità di un’unione di fatto, non è dirimente il genere dei conviventi né il loro orientamento sessuale. Va considerato piuttosto, quale criterio qualificante, il sistema di relazioni (sentimentali, assistenziali e di solidarietà), la loro stabilità e volontarietà». Quindi, l’avvocato azzurro fa due appunti.

Il primo: «Riconoscere legami inter soggettivi a coppie non sposate significa non rispettare l’articolo 29 della Costituzione che riconosce un solo modello di famiglia, quella fondata sul matrimonio». Il secondo: «Nel programma di Prodi si parla di unioni, non di coppie. Significa che i diritti del vincolo civile possono venire teoricamente estesi a unioni fra tre o più soggetti».

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