Pierluigi Bonora
da Milano
«È stato un parto difficile, sono un padre contento»: il ministro dellEconomia, Tommaso Padoa-Schioppa, è entrato nel dettaglio della Finanziaria ammettendo subito che il varo non è stato dei più semplici. E, per ribattere alle accuse mosse dallopposizione, ha subito puntualizzato che «se si guarda solo al prelievo si dà una rappresentazione distorta della manovra». «Abbiamo riportato i conti fuori dalla zona rossa - ha aggiunto - con la volontà di togliere le mani dei cittadini dalle tasche dello Stato».
Anche da Padoa-Schioppa non sono mancate allusioni e accuse al governo precedente, mosse però con toni meno livorosi rispetto allintervento di Romano Prodi: «Abbiamo constatato - ha detto il ministro ricorrendo a un nuovo paragone - condizioni di disidratazione ai margini della desertificazione della spesa pubblica, in pratica conti difficilissimi da risanare. Il vecchio esecutivo aveva ingrossato gli squilibri e indurito i conti, facendo lievitare la spesa più rigida e meno riducibile». Quattro i punti, secondo Padoa-Schioppa, che sintetizzano il senso della manovra: innanzitutto il rientro nei parametri europei, che sarà raggiunto - secondo i piani del governo - «a fine 2007 con il rapporto deficit/pil al 2,8% contro lattuale 4,8% nellambito di una crescita del prodotto interno lordo stimata all1,3%, mentre dopo due anni di aumento tornerà a erodersi il debito pubblico». Cè poi «la grande ridistribuzione del carico fiscale», di cui fa parte il dibattuto «cuneo». Il ministro ha sottolineato che «leffetto della ridistribuzione sarà minimo e il 90% dei contribuenti (quelli sotto la soglia dei 40mila euro - ndr), avrà un alleggerimento delle imposte; sopra i 75mila euro i redditi avranno invece unaliquota al 43%, ma sopra questo limite - ne è convinto il ministro - non cè il ceto medio».
Terzo passaggio il capitolo spesa, con un riferimento alla sanità: «Dopo 6 anni in cui la spesa è salita in media del 7% per la prima volta è stata arrestata questa spirale e, anzi, spero che nel 2007 la spesa sia leggermente inferiore rispetto al 2006. Il nuovo patto per la salute è fondato su più responsabilità e controllo». Infine il federalismo fiscale, a cui - per Padoa-Schioppa - mira la manovra. «Il contributo agli enti locali è di 4,3 miliardi - così il ministro - e a loro sono concessi autonomia di spesa e autonomia fiscale». In pratica Comuni, Regioni e Province avranno maggiori leve fiscali a disposizione, con la possibilità di introdurre le cosiddette «imposte di scopo», come la tassa di soggiorno. I Comuni amministreranno anche il catasto e avranno una compartecipazione allIrpef. Largomento previdenza («obiettivo è risolvere gli squilibri presenti nel Paese, per questo abbiamo siglato un memorandum dintese che sarà la base di un negoziato»), è stato lassist di Padoa-Schioppa al collega Cesare Damiano, ministro del Lavoro, presente alla conferenza stampa di Milano.
Questultimo, si è soffermato sullaumento dei contributi per i lavoratori parasubordinati, cosa che «dà ai giovani la possibilità parziale di avere una pensione dignitosa e, inoltre, estende ai lavoratori parasubordinati le varie tutele».
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