nostro inviato a Cagliari
Quando il primo pareggio di questa brillante stagione del Palermo stava per concretizzarsi, la legge dell’ex ha colpito. Simone Pepe, classe ’83, un fugace passaggio da Palermo grazie agli auspici di Franco Sensi e della Roma, la società che lo ha cresciuto, sblocca al 90’ un match destinato allo 0-0. Che non sarebbe stato una novità per i sardi, ma sicuramente sarebbe stato accolto in maniera gradita da un Palermo rimaneggiato. Quasi uno scherzo del destino che l’azione del gol che fa felice il Sant’Elia, stadio-tabù per i siciliani, nasce dal piede di un altro ex, quel Ferri forse inadeguato per una squadra da vertici ma certamente ottimo per una provinciale da salvezza anticipata.
«Saranno otto giorni difficili», ammoniva Francesco Guidolin. Arrabbiato per la partita di Cagliari anticipata al sabato per onorare i contratti tv, impensierito dalla fastidiosa trasferta di giovedì a Istanbul per la Uefa, preoccupato per la supersfida di domenica prossima con l’Inter. Era stato già arduo preparare tatticamente la partita con i sardi tra nazionali indisponibili e un’infermeria ancora piena. E psicologicamente la piazza palermitana sembra già proiettata al match con i nerazzurri. Né avevano aiutato le voci giunte dalla Spagna su un possibile trasferimento a gennaio di Amauri al Barcellona. Eventualità smentita seccamente dal patron Zamparini. Le assenze di Corini squalificato e Di Michele ancora in infermeria, portano Guidolin a stravolgere l’assetto in campo. E quando mancano titolari così, emergono i veri limiti dei siciliani. Tanto che la diplomatica affermazione di Zamparini («il Palermo rispetto alle altre avversarie ha solo il 5 per cento di possibilità di vincere lo scudetto») sembrano alquanto realistiche. Sempre che il presidente del Palermo non voglia rimettere mano al portafogli nel mercato di riparazione.
Il tecnico rosanero propone un modulo ad albero di Natale con Bresciano e Brienza a supportare Amauri, ma anche una difesa a quattro (con l’arretramento di Cassani e il rientro di Pisano) per fronteggiare il temibile tridente cagliaritano. Rispolverato da Giampaolo a un mese di distanza dall’unica e orribile prestazione all’Olimpico contro la Lazio e stavolta più concreto. Le cose si complicano ulteriormente per il Palermo quando Simplicio viene espulso al 45’ per un fallo da ultimo uomo su Suazo lanciato a rete e salterà così per squalifica l’Inter. Siciliani più abili sul piano del palleggio, ma la formazione di casa è più incisiva e punta sulla velocità. Esposito reclama un rigore per un contrasto con Cassani in area, la squadra di Guidolin regala un solo tiro in porta telefonato di Bresciano, mentre Brienza non approfitta di uno svagato rinvio di Chimenti. La vera occasione gol è per il rientrante Suazo che su cross di Langella appoggia di piatto destro tra le braccia di Fontana. Che devia d’istinto un colpo di testa ravvicinato di Esposito a inizio ripresa. Il Palermo in dieci preferisce non rischiare, mentre gli ingressi di Pepe e di Capone servono solo ad affollare ulteriormente l’attacco. E proprio Pepe, su un rimpallo fortunato in area, consegna la vittoria ai sardi, decimo risultato utile consecutivo.
Mezz’ora prima del match, gruppi di ultrà del Cagliari hanno tentato di aggredire i tifosi del Palermo appena giunti al Sant’Elia, lanciando sassi e bottiglie incendiarie. Un addetto alla sicurezza si è ustionato la mano.
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