Prestano 25 mila euro e ne rivogliono 120 mila: fermati fratelli usurai

Le indagini sono partite dalla denuncia presentata da un imprenditore edile, che ormai stanco delle continue richieste di denaro si è rivolto ai carabinieri

Prestano 25 mila euro e ne rivogliono 120 mila: fermati fratelli usurai

Sono finiti in manette con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata all'usura. Sono due fratelli, Antonio e Giuseppe Maira, rispettivamente di 69 e 63 anni. I due usurai a fronte di un debito iniziale di 25 mila euro e di 80 mila euro già incassati avrebbero preteso la restituzione di altri 40 mila euro. Con l'accusa di estorsione aggravata e usura i carabinieri e i poliziotti li hanno fermati a Canicattì, nell'Agrigentino.

Entrambi sono volti noti alle forze dell'ordine, in particolare Antonio Maira è già stato condannato quale appartenente alla criminalità organizzata, mentre entrambi sono attualmente imputati al tribunale di Agrigento in un altro procedimento per associazione per delinquere finalizzata all'usura e all'estorsione. Il blitz è scattato ieri pomeriggio. Una ventina tra poliziotti e carabinieri hanno dato esecuzione al fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Procura della città dei templi. L'indagine, avviata lo scorso febbraio dai carabinieri di Canicattì e dagli agenti della squadra mobile di Agrigento, è stata coordinata dal sostituto procuratore, Elenia Manno. Tutto è partito dalla denuncia presentata da un imprenditore edile del posto. L'uomo ha raccontato agli investigatori che nel 2016, in un momento di difficoltà economica, ottenne 25 mila euro in contanti da uno dei fratelli, dietro la promessa di restituzione di 2.500 euro mensili, imputabili quali interessi, senza la fissazione di un termine per la restituzione del capitale.

Lo scorso febbraio, dopo avere già consegnato agli usurai circa 80 mila euro, la vittima, resasi conto di non poter più far fronte ai pagamenti, decise, in un primo tempo di rivolgersi alle forze dell'ordine, e poi di far perdere le proprie tracce insieme alla propria famiglia. Le indagini, spiegano gli investigatori, hanno fatto emergere non solo "le condotte usurarie poste in essere dagli indagati, ma anche lo stato di vero e proprio terrore in cui versava l'intero nucleo familiare dell'uomo". Si era, infatti, diffusa la notizia che i due fratelli, con la pretesa di ulteriori 40 mila euro, fossero già alla ricerca dell'imprenditore sparito. "Il tutto dietro gravi minacce, supportate da particolare pedigree criminale dei due fratelli", dicono carabinieri e polizia.

A Termini Imerese in provincia di Palermo, i carabinieri hanno arrestato con l'accusa di usura ed estorsione, due uomini che, dopo aver prestato del denaro approfittando di un momento di difficoltà economica della vittima, avevano preteso la restituzione dei soldi con tassi di interessi che potevano arrivare anche al

300 per cento. Dalle indagini è emerso che negli ultimi cinque anni, in tre occasioni, avevano prestato somme di denaro a un commerciante locale, applicando tassi di interesse che variavano tra il 120 % e il 300 % annuo.

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