Gian Piero Milanetti
Già guaste, montate al rovescio, in fermate poco affollate (a differenza di quanto annunciato) e - a detta degli stessi autisti - inattendibili. Sono le nuove paline elettroniche dei bus, vanto del Campidoglio e dellAtac. Forse per questo su internet, lazienda municipale non fornisce alcuna indicazione sulla loro dislocazione: non è disponibile infatti una mappa nè un elenco delle fermate con palina. Sul sito www.atac.roma.it, cè solamente lannuncio che, entro la fine di aprile, le paline elettroniche saranno 285 e che daranno informazioni su 189 linee. E anche il numero verde 800.43.17.84 (per informazioni su abbonamenti, orari e percorsi) fornisce informazioni.
Chiamiamo mercoledì 12 aprile alle 17,43. Dopo otto minuti di sottofondo disco-music, inframmezzato da squilli a vuoto, risponde finalmente loperatrice Elena. Le chiediamo se esiste una mappa o una lista delle fermate dotate di paline. Non sa rispondere e prega di attendere. Torna alle 17,56 sconsolata: «Ho chiesto ma non abbiamo niente del genere, nemmeno lelenco delle linee servite dalle nuove paline. È inutile chiamare anche il numero dello sportello al pubblico di via Ostiense 131 L».
Così, spinti dalla curiosità di osservare al lavoro le nuove paline elettroniche che hanno proiettato Roma al secondo posto (dopo Londra) tra le capitali europee del trasporto pubblico, chiediamo agli autisti dellAtac nel box tra i capolinea del 64 e del 170, a piazza dei Cinquecento. «Ce ne è qualcuna su via Nazionale», suggeriscono. Ne troviamo una piazzata su viale Luigi Einaudi, subito prima di piazza della Repubblica. Le paline dovrebbero trovarsi alle fermate più affollate, secondo lAtac, ma qui, giovedì 13 aprile, alle 10,10 cè un solo utente in attesa. Inoltre, la palina è orientata in modo tradizionale, come le altre di metallo. Quindi al contrario, rispetto alle indicazioni dellAtac, secondo la quale il display deve dare le spalle agli autobus in arrivo «per risparmiare agli utenti di aggirare la palina per poter leggere il pannello.
Uno sguardo a destra, si individua sulle doghe della palina tradizionale la linea prescelta; unocchiata a sinistra per sapere il tempo di attesa». Anche la palina alla fermata «Torino» di via Nazionale, è montata in maniera tradizionale, quindi anche questa al rovescio, secondo le intenzioni dellAtac. Alla fermata «Quattro fontane», sempre di via Nazionale, il display è risvolto in senso contrario rispetto al senso di marcia e rispetto alle paline tradizionali. Al contrario secondo il senso comune, ma nel modo esatto secondo lAtac. Qui, però, (alle ore 10,20), nessun utente è in attesa.
Due minuti dopo, alla fermata «Palazzo esposizioni» cè solo una signora che parla al telefonino. Anche qui la palina fronteggia i tabelloni tradizionali. Montata al rovescio secondo la tradizione, anche la tabella elettronica-satellitare della fermata «Quirinale». Qui, alle ore 10,36, la fermata è deserta. Una decina di persone aspettano, invece, alla fermata in via Cesare Battisti, davanti allex negozio «Ricordi». Ma la palina, qui, è montata al contrario rispetto al progetto dellAtac; nel verso giusto, secondo le abitudini dei passeggeri.
Ancora più affollata la fermata a piazza Venezia, sotto lex balcone del Duce. Ed anche questa è disposta nello stesso senso delle alle paline tradizionali. A largo Chigi, però, torna la disposizione con il display rivolto in direzione opposto al senso di marcia. Soddisfatta, forse, lAtac, ma non i cittadini in attesa. La palina, infatti, alle ore 11, è illeggibile. Si potrebbe pensare che a renderla tale sia il sole che ci batte sopra. Ma non è così: la fermata di via San Claudio (orientata in modo opposto alla precedente) a pochi metri di distanza, in pieno sole, è perfettamente leggibile.
«Ma tanto, guardate, che sono del tutto inaffidabili», ci confida un autista con un lungo codino del 170, sulla via del ritorno. «Danno solo il tempo minimo e soltanto in condizioni di traffico scorrevole.
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