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Il papà di Eluana sfida il parlamento: ha diritto a morire

Anche il Senato vota il conflitto di attribuzione contro l’intervento della magistratura. Il legale del padre di Eluana: "Resisteremo davanti alla Cassazione. Il ricorso è solo un pretesto per bloccare il provvedimento"

Il papà di Eluana  
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ha diritto a morire

Lecco - Resistere e andare avanti. Accompagnare Eluana alla morte per accontentare i desideri di quando ancora era una ragazza di vent’anni che amava la libertà e non solo una corpo inanimato con la luce del cervello spenta da un incidente d’auto. Senza farsi sballottare dalle decisioni di Camera e Senato, senza permettere alle prese di posizione dei partiti di insinuarsi nelle proprie certezze e confondere le idee, senza lasciarsi scoraggiare dai ricorsi o dai conflitti di attribuzioni. «Resisto e vado avanti». Beppino Englaro, il papà di Eluana, ha avuto la sua vittoria un mese fa, dopo 16 anni di attesa e lotte. I giudici della Corte di appello di Milano hanno dato il via libera alla sospensione della nutrizione e dell’idratazione della figlia in uno stato di coma vegetativo permanente. Quel che è successo da allora è una partita a scacchi, una battaglia giuridica che Englaro affida al suo avvocato Vittorio Angiolini.

«Mi ha detto di resistere e andare avanti - spiega il legale -. È convinto. Eluana non avrebbe mai voluto vivere in queste condizioni. Suo padre ha lottato tutta la vita perché la decisione della figlia venisse rispettata. E io, che sono contrario all’eutanasia, ho accettato questo caso perché sono d’accordo con Englaro. Bisogna arrivare fino in fondo, lasciare morire Eluana. Perché la sentenza è una vittoria, solo se può essere attuata».

Per questo la decisione del Senato di approvare il conflitto di attribuzione «è inammissibile». L’avvocato degli Englaro non ha dubbi: «A parte che è tutto colore e fumo negli occhi, ma poi ho grosse perplessità sul fatto che la Corte di cassazione accolga il conflitto. In più mi stupisce che venga dato tutto questo credito a Cossiga costituzionalista, deciso a “frenare il governo dei giudici” da lui definiti “arroganti”». Sono ragionamenti da giuristi che il legale cerca di semplificare.

«Il fatto che ci sia un ricorso delegittima la decisione del Senato. Perché se la Procura è scesa in campo significa che la decisione sarà presa nella sede opportuna. Piuttosto ora è facile che la Procura chieda la sospensione dalla sentenza. Questo sì perché se Eluana venisse lasciata morire, nel caso in cui il ricorso venisse vinto, sarebbe impossibile ripristinare lo status quo». Quale sarà la contromossa della difesa, invece, Angiolini non lo anticipa, ma non si dice spaventato. «Il conflitto di attribuzioni avrebbe senso se fosse stata fatta una legge. Ma qui non c’è nessuna legge. Solo una sentenza. Niente impedisce al Parlamento di fare una legge».
Tutto ciò non cambia l’obiettivo: «Resisteremo davanti alla Cassazione. A parer mio il ricorso è inammissibile sotto tanti profili. E poi è solo un pretesto per bloccare il provvedimento. L’irreversibilità dello stato vegetativo permanente di Eluana è già stata sancita nel 2006 dalla Corte suprema. Su questo punto non c’è stata impugnazione e quindi la decisione è diventata definitiva e immodificabile».

Sull’onda del caso Englaro, verrà modificata l’agenda del Senato che, entro fine 2008, prevederà l’esame di un decreto legge sul testamento biologico in nome di un accordo bipartisan.

Ieri infatti su questo tema il Pd ha presentato un ordine del giorno di cui il Pdl ha favorito l’approvazione.

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