Il Papa: pacs nemici di matrimonio e famiglia

«Giusto l’ingresso nella Ue. Ma prima devono riconoscere i nostri diritti»

Roberto Fabbri

Il Papa è tornato a far sentire la propria voce in difesa del matrimonio e della famiglia, minacciati dai Pacs, contro l’uso delle cellule staminali embrionali e contro l’aborto, «che non può essere giustificato in nessun caso». Occasione del ritorno di Ratzinger su questi temi è stato ieri mattina il discorso rivolto a Castel Gandolfo al nuovo ambasciatore tedesco presso la Santa Sede, Hans Henning Horstmann, nel corso dell’udienza concessa per lo scambio delle lettere credenziali.
Benedetto XVI ha ricordato che il matrimonio e la famiglia «sono protetti dalla Costituzione», ma che sono anche «minacciati» e svuotati di contenuto «da un lato da un cambiamento della concezione di comunità coniugale presso l’opinione pubblica e dall’altro di nuove forme previste dal legislatore che si allontanano dalla famiglia naturale».
E poi, ha detto Benedetto XVI, «c’è l’aborto, che non può essere giustificato in nessun caso e che costa la vita a tanti bambini innocenti mai nati». La pratica dell’aborto, ha aggiunto il Pontefice, «rimane una preoccupazione dolorosa della Santa Chiesa e di tutta la Chiesa. Forse l’attuale discussione intorno all’aborto tardivo - ha proseguito - può suscitare nei responsabili politici la sensibilità per il fatto che anche un handicap prevedibile di un bambino non può essere la ragione di un aborto, perché anche la vita handicappata è altrettanto di valore e voluta da Dio e perché sulla Terra non esiste per nessuno e mai una garanzia ad una vita senza limitazioni corporali, psichiche o mentali». La Santa Sede, ha fatto inoltre presente il Papa, «non si stanca di ricordare alle istituzioni europee i problemi etici nel contesto delle ricerche sulle cellule staminali embrionali e le cosiddette “nuove terapie”».
Nel rivolgersi all’ambasciatore del suo Paese di origine, papa Ratzinger ha colto l’occasione per chiedere alla Germania di concedere il diritto d’asilo ai profughi cristiani perseguitati per la loro fede, ricordando che Berlino «ha dato a tante persone perseguitate nei loro Paesi di provenienza rifugio e una nuova patria». Il Papa ha ricordato «la rete di aiuto e di solidarietà che assiste anche estranei bisognosi e che è segno di un ordine sociale umano».
Nel pomeriggio il segretario di Stato vaticano, cardinale Tarcisio Bertone, ha dato lettura del messaggio di Benedetto XVI al quinto simposio europeo dei docenti universitari, aperto ieri in Laterano alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. In questa occasione il Papa ha esortato le Università a impegnarsi nella difesa delle radici culturali cristiane dell’Europa. Benedetto XVI, ha detto il cardinale Bertone, auspica che l’ideale di una nuova generazione di docenti universitari cristiani sia un'università nella quale si persegua «il dialogo costruttivo» e la ricerca non ideologica della verità «nel reciproco rispetto delle diversità». Ciò farà sì «che gli atenei d'Europa possano essere anche nel presente, come nel periodo aureo della loro origine, laboratori di autentico umanesimo dove la ragione operi la propria ricerca secondo la piena misura delle sue potenzialità».


In precedenza il cardinale vicario Camillo Ruini, aprendo i lavori, aveva sottolineato «la centralità del tema del nuovo umanesimo» e sostenuto che «per affrontare l’attuale grande sviluppo scientifico e tecnologico non sono più sufficienti le matrici di pensiero della prima modernità, né soccorre un tipo di pensiero oggi diffuso, piuttosto debole e rinunciatario».

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