Il Papa sa che il sesso è l’oppio dei popoli

Dopo lo scandalo dei preti pedofili era impossibile non aprire uno spiraglio alla prevenzione Ma nel discorso del Pontefice c’è anche il richiamo a non banalizzare un atto ormai ridotto a merce

Il Papa sa che il sesso è l’oppio dei popoli

aEvviva il Papa, si è convertito al profi­­lattico, simbolo del sesso libero e protet­to. Il mondo riabilita in una botta sola il Papa della Tradizione. I media, i laici e i libertari lo innalzano sugli altari della modernità perché in un colpo solo Sua Santità ha messo la Chiesa al passo con la Sanità, il Piacere e la Demografia. Da anni, infatti, vige una specie di adorazio­ne laica del profilattico, perché evita le malattie, la procreazione e dà maggiore libertà sessuale. E da anni la Chiesa è condannata al rango di nemica del­l’umanità perché, negando la bontà del preservativo, è considerata collabora­zionista dell’Aids e delle malattie vene­ree, alleata della bomba demografica e intima nemica del piacere sessuale, libe­rato dallo scopo di procreare. Adesso ar­riva un mezzo spiraglio: il Papa dice che «in singoli casi» può essere giustificato il preservativo. L’esempio papale di pre­servativo tollerato è in verità un po’ parti­colare. Non lo riferisce al maschio, ma alla donna, e non alla donna in amore, ma alla prostituta. Lo ammette cioè in una circostanza che già di per sé è consi­derata peccato: il mercimonio del cor­po. Alla peccatrice è ammesso l’uso del preservativo come attenuante; alla vita di coppia non si sa. Secondo il Papa, nel caso citato, il profilattico «può essere il primo passo verso una moralizzazione, un primo atto di responsabilità» verso la consapevolezza che «non tutto è per­messo e non si può fare tutto ciò che si vuole». Dunque, il profilattico è accetta­to come freno più che come libertà, co­me monito più che via libera al piacere. Un lattice di rimorsi e non di licenza. Con una Chiesa devastata dalla piaga ma soprattutto dalla diceria della pedofi­­lìa, con le famiglie che temono di manda­re i loro figli negli oratori e nelle gite par­rocchiali, impressionati dall’allarme mediatico sui preti vogliosi di bambini, poteva il Papa mantenere la scomunica al profilatti­co? No , che non poteva. E poi il Papa s a che l a mora­l e sessuale castigata è una del­le principali ragioni d i lonta­nanza della gente dalle Chie­se, i giovani soprattutto. Vero è che i cattolici sono più dutti­li e indulgenti con i peccati della carne rispetto a i fanati­c i puritani d’Occidente o agli integralisti islamici; offrono paracadute, come la confes­sione e la penitenza. Ma il contrasto è stridente e d i soli­t o s i aggira con l a bigamia m o­rale, l’ironia o l a candida pro­fessione d’incoerenza. Viva Dio e l a Madonna, m a lascia­temi divertire, non faccio chiasso e poi rimetto tutto a posto. Questa è l a morale du­plex, o, se preferite, l’indul­genza aumm- aumm i n mate­ria sessuale. E allora perché non venire a patti col mondo, con i con­traccettivi e i profilattici, con la sessualità fuori dal matri­monio e dalla procreazione, con il controllo delle nascite e l’accettazione dell’omoses­sualità, e via dicendo? Il ses­so, sì, è importante, ma qui c’è gente che vive nella morte di Dio e stiamo a misurare la fede con l’orgasmo. Così il Pa­p a h a aperto l a porticina del­l a sacrestia, m a non dimenti­chiamo che ha pure aggiun­to: concentrarsi sul profilatti­co vuol dire banalizzare la sessualità. Ha ragione. E se dietro l a follìa d i un’intransi­genza che sembra contro n a­tura, si celassero motivi di saggezza che abbiamo di­menticato? Provo ad accen­narne alcuni. Primo, i l rispet­t o sacro per u n atto che gene­ra la vita; trattatelo meglio quel rubinetto, sembra dirci il Papa, perché è fonte della nostra, della vostra vita e di quella che verrà. Secondo, controllare il sesso vuol dire salvare l a famiglia dal naufra­gio nei desideri e nelle vite o c­casionali, dal momento che non s i conoscono società civi­li senza famiglia; quella co­munità è davvero l’architra­v e naturale, morale e cultura­le della società. Terzo, il ses­s o esonda dappertutto, serve anche come spot per vendere merci, oltre che corpi, è l’alie­nazione principale dei nostri tempi, è il vero oppio dei po­poli e dei cervelli; e mortifica la donna ridotta a oggetto di piacere. Quarto, le grandi ci­viltà ma anche le esistenze migliori si sono realizzate quando sono riuscite a subli­mare il sesso, a sacrificare, a contenere e a spendere altro­ve le energie altrimenti di­sperse nella sessualità sfrena­ta. Persino le grandi opere dell’uomo nascono dalle ri­nunce, a volte sono sublima­zioni dello sperma; forse c i sa­remmo persi l a poesia d i Leo­pardi se Silvia si fosse com­portata come una troietta qualunque. Il disordine ses­suale, la sua banalizzazione, toglie luce alla vita.

Insom­ma, cosa voglio dire? Il Papa h a fatto u n passo piccolo e i n­sieme gigantesco per ricono­scere la realtà del mondo, le esigenze del corpo e la vita dei contemporanei. Ma per­ché non facciamo u n passetti­no pure noi per capire le ra­gioni antiche e profonde di quel profilattico spirituale che s i chiama castità? Perché l’uomo è un pasticcio misto, di anima e di carne.

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