Roma

Pappano tra Mozart e Beethoven

La «Sinfonia n. 5» e il mozartiano «Kyrie in re minore» piatto forte del programma

 Pappano tra Mozart e Beethoven

Pietro Acquafredda

«Non si è mai più scritto qualcosa di simile. Questa leggerezza e forza, questa sicurezza e chiarezza di effetti, in uno spazio stretto, non si sono più raggiunte», così Richard Strauss commentava con Wilhelm Furtwaengler, le lapidarie quattro note iniziali che costituiscono il primo tema della Sinfonia n. 5 di Beethoven, la più eseguita in assoluto e la sola ad essere eletta a paradigma del sinfonismo beethoveniano.
Immensa ed irraggiungibile, Pappano ha scelto la Quinta per la sua seconda uscita da direttore dell’Accademia, come brano conclusivo del concerto di questa sera (repliche lunedì e martedì) e per l’appendice domenicale, riservata alle famiglie.
Le ragioni della scelta, in un programma che appare come l’ideale prosecuzione del concerto inaugurale con il War Requiem di Britten, vanno rinvenute, nella volontà di «esaltare gli estremi del conflitto e della pacificazione all'interno della musica.
È questa la ragione profonda e più musicale. Indicare come temi portanti di questi concerti «la guerra e la pace» forse è troppo riduttivo. Nel caso di Beethoven, ho pensato al contrasto fra l’Adagio e lo straordinario slancio del Finale della Quinta». Parola di Tony Pappano.
In apertura un breve ma intenso omaggio a Mozart - Kyrie in re minore per coro e orchestra, fra le più belle composizioni di Mozart, scritta a Monaco nello stesso anno di Idomeneo, l’opera mozartiana più cara a Beethoven; ed il notissimo e commovente Ave verum, per coro archi e organo. Completano la prima parte del concerto, due brani di rara esecuzione. La Symphonie n. 3 «Liturgique» di Honegger, scritta durante la guerra, con pagine terribilmente dolenti, come lo straziante Adagio centrale; e un brano, quasi sconosciuto, del giovane Schoenberg, Pace sulla terra op. 13. Scritto nel 1907, su testo di Conrad Ferdinand Meyer ispirato alla Natività, si articola in quattro parti, quante sono le strofe del testo poetico, ognuna delle quali si conclude con il ritornello, sulle parole Pace sulla terra, che dà il titolo all’opera; con questo brano l’autore partecipò a un concorso di composizione. Inizialmente destinato a otto voci «a cappella», e perciò senza accompagnamento strumentale, fu poi rivisto, nel 1911, dall’autore che vi aggiunse un ensemble strumentale.
Il filo che Pappano ha seguito nel confezionare il programma risulta ora sufficientemente chiaro: il Mozart «liturgico» d’apertura ha suggerito la Sinfonia «Liturgica» di Honegger, dalla quale è dipesa poi la scelta dell’ispirato brano di Schoenberg, Pace sulla terra. Per finire con Beethoven, la cui Quinta, più di ogni altra sua sinfonia, ha cambiato il corso della musica; per la prima volta «è l’essere umano che entra da protagonista nella musica e non soltanto il gioco delle forme» (Ferruccio Busoni).
Auditorium, sala Santa Cecilia. Oggi alle 18, lunedì (ore 21) e martedì( ore 19.30). Domani (Family Concert, ore 11). Info: 800.

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