Parla il presidente Auricchio: «Ok calzature, alimentare e nautica. Frena la meccanica»

Il peggio è ormai alle spalle. Dove per peggio s’intende il periodo tra la seconda metà del 2008 e la prima metà del 2010, nel corso del quale il settore fieristico internazionale ha pagato dazio alla crisi. «L’inversione di tendenza è iniziata - commenta Gian Domenico Auricchio, presidente del Comitato Fiere Industria, l’agenzia di Confindustria delegata a seguire i problemi del comparto -. La ripresa, per ora, appare più marcata nell’area asiatica, ma buone notizie arrivano anche dall’America. E anche l’Europa sta recuperando posizioni, seppure più lentamente. Del resto non è da oggi che assistiamo a una perdita di centralità delle fiere europee. Il Vecchio Continente, però, rimane un punto di riferimento per tecnologia, creatività e qualità del prodotto». Dall’Europa all’Italia, per le fiere la seconda parte del 2010 ha comunque fatto registrare andamenti incoraggianti: «Nel nostro Paese, in particolare, si sono comportati bene i comparti dell’abbigliamento, delle calzature, dell’agroalimentare e della nautica - conferma Auricchio -, mentre la meccanica continua a fare fatica».
Per dare ulteriore concretezza a questi segnali di ripresa, però, è urgente superare la tendenza ai localismi e alle sovrapposizioni che in anni recenti ha penalizzato la competitività del sistema. «Il trasferimento della competenza normativa alle regioni - spiega Auricchio - ha favorito una dispersione di risorse e sviluppato una concorrenza tra manifestazioni simili, che ha finito per favorire le fiere estere». Da qui la necessità di una cabina di regia, in grado di governare i comportamenti di tutti i soggetti della filiera in una logica di servizio alle imprese e all’economia. Una necessità che ha trovato risposta nel varo, l’autunno scorso, del Tavolo di coordinamento del sistema fieristico nazionale. «Si tratta di una svolta che il Cfi sollecitava da tempo al ministero dello Sviluppo Economico - afferma Auricchio -. Il Tavolo, che rappresenta a tutti gli effetti un’istituzione dello Stato, è già al lavoro sulle prime mission: l’elaborazione di un calendario fieristico italiano, che sia la sommatoria razionalizzata dei calendari delle diverse regioni, e la definizione di regole certe in tema di certificazione dei dati». In attesa che l’attività del Tavolo di coordinamento dia i primi frutti, le stime per l’anno appena iniziato appaiono orientate a un cauto ottimismo. Nella speranza che, magari, il 2011 veda sciolti alcuni nodi normativi che tuttora zavorrano il settore.

«Uno dei temi più rilevanti è quello della sicurezza - conclude Auricchio -: oggi la legge non chiarisce se l’attività fieristica debba essere assimilata all’edilizia, con tutti i relativi appesantimenti burocratici, o se invece meriti una regolamentazione ad hoc, in virtù dei tempi ristretti in cui si svolge: tra allestimento, svolgimento e disallestimento, non più di due settimane».

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