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Taglio dei costi. E la Camera risparmia otto milioni

Nel bilancio previsionale della Camera diffuso da Montecitorio viene confermato che nel 2024 verranno risparmiati oltre 8 milioni di euro

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Calano i costi di gestione del parlamento italiano. Come segnalato in un nota dell'ufficio stampa di Montecitorio relativa al bilancio interno di previsione di prossimo approdo in Ufficio di Presidenza, "l'andamento della spesa della Camera evidenzia una riduzione dei costi di oltre 8 milioni di euro tra il 2024 e il 2023, considerando i costi di funzionamento, cioè quelli al netto delle spese previdenziali che, come noto, sono incomprimibili (e che comunque crescono meno della tendenza generale)".

Raccogliendo tutti i dati a disposizione ed effettuando una valutazione previsionale, "relazioni di accompagnamento ai documenti di bilancio previsionale si evidenzia una riduzione delle spese di funzionamento pari a una percentuale dell'1.55%, cioè di 8.1milioni di euro, rispetto al 2023". Un risparmio che va a sommarsi a quello del 2022 e che fa raggiungere la cifra record di 40milioni di euro. La spesa previdenziale, come viene spiegato nella nota, non può essere compressa ma il suo aumento, si sottolinea, segue un andamento di crescita "molto al di sotto dell'aumento della spesa previdenziale nell'ordinamento generale (nella misura, rispettivamente, del 4.5% e del 7.1% per il 2024)".

La riduzione della spesa previdenziale, si spiega nella nota, deriva dal fatto che la Camera "ha assunto e sta assumendo un particolare impegno legato alla valorizzazione dei giovani e al reclutamento dei dipendenti di ruolo, attraverso l' indizione, solo negli ultimi nove mesi, di sei procedure di reclutamento per diverse professionalità, per accogliere nei ruoli le nuove generazioni". Inoltre, Montecitorio spiega che in merito alle spese relative alle segreterie di titolari di cariche istituzionali, "si tratta di una misura di adeguamento della disciplina che non vedeva modifiche da diversi anni, assunta con una decisione a larga maggioranza".

Quindi, conclude la nota di Montecitorio, "È evidente inoltre che non si possa imputare agli organi di direzione politica della Camera aumenti di spesa che derivano da scelte delle assemblee di Camera e Senato, come quelle che hanno portato all'istituzione delle Commissioni d' inchiesta".

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