Cronache

Parte la rivolta degli ex camalli «L’Inps non può tagliarci la pensione»

Parte la rivolta degli ex camalli  «L’Inps non può tagliarci la pensione»

(...)A partire dal 1999 l’Inps subentra a tutti gli effetti nella gestione elaborando un sistema informatico che diventa operativo solo nel 2006. E qui cominciano i problemi, perché l’istituto di previdenza sociale rivaluta i canoni con i quali il Cap aveva concesso i vitalizi rendendosi conto che le cifre versate non sono quelle che spetterebbero ai pensionati tanto da cominciare ad inviare lettere con richieste di rimborsi e decurtazioni sulle successive mensilità. «Una situazione paradossale che non possiamo subire - si sfoga Oliva -. In questo momento ci sono trecento pensionati che hanno già ricevuto raccomandate dall’ente previdenziale che vuole indietro cifre onerose. Sulla base di cosa? Noi lavoratori non abbiamo compiuto nessun errore di merito. Ci sono sempre state versate le mesnilità dovute in base all’anzianità acquisita e alle regole che si era dato il Consorzio autonomo del Porto. Se l’Inps si sveglia con vent’anni di ritardo non ne abbiamo colpe».
Vicende che segnano, lo vedi dai volti preoccupati delle persone che girano per la sede di via Albertazzi. Ci sono famiglie che si sono viste chiedere rimborsi da 30 mila euro, una addirittura di 154 mila euro. Poi la revisione delle pensioni con riduzioni da 100 a 300 euro al mese. «Per ora questa vicenda ha toccato trecento dei nostri, ma gli interessati possono essere fino a 2.700».
Non pensioni d’oro quelle dei consortili. Di certo dignitose, per non dire buone. Il fatto è che dietro a questi vitalizi non ci sono frodi ma diritti acquisiti nel tempo. Prendono tra i 1.400 ed i 1.800 euro al mese, per chi è arrivato al ruolo di quadro o dirigente si sforano anche i 2.000, «ma allora è giusto che dopo vent’anni in queste condizioni oggi ci taglino quello ci spetta?», lamentano in coro. Da mesi del caso si stanno occupando la Regione e i parlamenterai liguri. Si è mosso Giorgio Bornacin (Pdl) che, insieme a Roberta Pinotti (Pd) ha provato a mettere nero su bianco la questione presentando un emendamento al decreto «Mille proroghe». Il decreto è passato per fiducia e l’emendamento saltato: «lo riproporremo nel decreto ambientale» rilancia il senatore del Pdl. Gli ex lavoratori portuali contano ora sulle parole del ministro Maurizio Sacconi che si era impegnato già con Claudio Burlando a risolvere la questione precisando che il governo non si vuole rivalere sui pensionati per risollevare i conti Inps. Intanto i consortili vanno avanti e da giovedì prossimo si parte con la protesta settimanale. Una volta ogni sette giorni una manifestazione per sensibilizzare l’opinione pubblica. Primo appuntamento giovedì alle 10 a palazzo San Giorgio per poi salire a piedi fino in Prefettura.

Fin che l’Inps non cederà dalle sue posizioni.

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