Marianna Bartoccelli
nostra inviata a Palermo
La bassa affluenza non ha fatto dormire sonni tranquilli a nessuno nel centrodestra. In Sicilia il dato definitivo è del 59,2% contro il 63,45% del 2001 e il 72% delle elezioni politiche. In alcune città significative come Agrigento, città natale del presidente Totò Cuffaro il calo arriva al 6%, come significativo sembra il calo registrato a Enna, collegio elettorale di Milo Crisafulli, leader dei Ds. Anche a Messina si sono persi 5 punti percentuali, nella media del dato regionale. Perdite contenute solo nelle provincie di Ragusa e Siracusa, dove il calo è stato inferiore al 3%. Ma soltanto questa mattina, lo spoglio inizia alle otto, si potrà capire la portata di questa astensione, superiore alle aspettative. Sullo spoglio pesa però il divieto di rendere i risultati noti per non influenzare il resto di Italia che invece voterà sino alle 15.
Nel pomeriggio di ieri la promozione del Catania in serie A aveva galvanizzato gli animi in modo bipartisan. Sia Raffaele Lombardo del Movimento autonomista siciliano, sia Giusto Catania di Rifondazione Comunista, vedono in questa vittoria della squadra etnea una «metafora e un augurio». «Rappresenta il riscatto della Sicilia, che può svolgere un ruolo trainante per fare uscire il calcio dal tunnel nel quale è piombato», tuona Catania e gli fa eco Raffaele Lombardo: «Questa vittoria significa che la Sicilia può farcela, ben oltre il significato sportivo dell'evento». Sarà Cuffaro a guidare il riscatto siciliano per Lombardo, che malgrado abbia rotto con lUdc, ha scelto di sostenere il vecchio amico di partito. Toccherà alla Borsellino, si augura invece Giusto Catania, il cui partito è stato il principale sostenitore, insieme ad un Leoluca Orlando, in rotta con Rutelli ma in grande ripresa politica accanto a Prodi, della sorella del giudice indicata come premier dalle primarie siciliane.
L'affluenza alle urne si è evidentemente concentrata a fine pomeriggio, determinando lunghe code e anche ingorghi sulle strade di ingresso nelle città. Ma il dato alla fine è stato inferiore a quello delle ultime regionali del 2001, segnale anche della stanchezza per una lunga tornata elettorale.
Dei tre candidati la prima a votare è stata la Borsellino, alla scuola Lambruschini alle 10 di mattina poi è andata a messa. «È stata una campagna elettorale entusiasmante, si sono confrontati due diversi modi di intendere non solo la politica ma anche la vita», è stato il suo commento.
Toni distesi anche quelli di Cuffaro che si è recato a votare verso mezzogiorno ed ha voluto ringraziare il suo avversario per «i toni sereni usati in campagna elettorale. Non ci sono stati né veleni né posizioni stereotipate, malgrado qualcuno volesse il contrario». Anche per Cuffaro dopo il voto la Messa.
Il terzo candidato, Nello Musumeci, ha votato nella scuola di Militello Val di Catania, il paese di Pippo Baudo. I due sono dirimpettai di casa. «Campagna elettorale difficile ma esaltante. Ho incontrato tanti elettori che chiedono una politica pulita». Dei tre candidati Musumeci diventerà deputato soltanto se raggiunge il 5%, obiettivo difficile. La sua candidatura ha portato via voti al candidato della Cdl ma anche alla Borsellino, che ha ricevuto molte dichiarazioni di consenso anche dalla destra. Si vedrà oggi se si sono trasformati in voto.
Una partita complessa questa siciliana, e i numeri che usciranno dalle urne potrebbero sancire nuovi equilibri sia a sinistra che a destra. A sinistra si gioca la leadership dell'opposizione tra Margherita e Ds e la futura scelta del candidato a sindaco, carica a cui ambisce Leoluca Orlando.
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