Partono gli sconti ma i farmacisti frenano

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«Con la logica del 3x2 si finirà per incentivare i consumi». Questo il duro commento di Federfarma, che continua a bocciare il decreto Storace e pensa alla possibilità di una raccolta di firme per bloccare il provvedimento. In tutta Italia, intanto, dal 1° giugno i farmacisti sono liberi di applicare sconti fino al 20 per cento sui prezzi dei farmaci cosiddetti «generici», cioè vendibili senza prescrizione medica. La nuova normativa, però, non sembra convincere totalmente gli operatori del settore, che appaiono ancora confusi. E le farmacie che applicano la riduzione dei prezzi sono ancora pochissime.
Milano
I primi sconti sono scattati mercoledì, nel quartiere popolare di Baggio. E da lunedì altri seguiranno l’esempio. «Faremo il 10 per cento», spiega Alberto Ambreck, titolare di una delle farmacie storiche di Milano. Nelle quattro comunali di Corsico, periferia sud della città, lo sconto sarà del 20 per cento: «Su tutti i prodotti, dall’aspirina alla Cibalgina» conferma il direttore, Carmelo Famà. Per il resto, i 400 farmacisti milanesi restano in attesa. Sono contrari agli sconti e avvertono: «I piccoli non potranno reggere».
Genova
Il decreto legge è entrato in vigore mercoledì scorso, ma nel capoluogo ligure non se n’è accorto nessuno. I farmacisti hanno deciso di aspettare le indicazioni di Federfarma, rinviando gli sconti a tempi migliori. «C’è ancora una grande confusione. Meglio temporeggiare», è il ritornello più gettonato nelle farmacie della città. Alcuni promettono che faranno gli sconti (da quando, però, non si sa), ma solo e soltanto al 10 per cento. E i clienti? Due giorni fa uno di loro ha messo la titolare alle strette: «Guardi che da un’altra parte mi fanno lo sconto». «E io ho ceduto», ammette Angela Giordano, della farmacia Amoretti di Quinto.
Firenze
Ben venga la libera concorrenza per i farmaci da banco, mentre per i medicinali richiedibili solo con ricetta è indispensabile estrema cautela. «Occorre attenzione - commenta Alfio Sirna, responsabile della farmacia dell’ospedale fiorentino di Torregalli -. Servono normative che davvero aiutino i pazienti e allo stesso tempo garantiscano margini per chi lavora nel settore». Sirna propone anche di «iniziare da subito a vendere nei supermarket il latte per bambini: nella maggior parte dei casi, non è un medicinale ma un alimento e dovrebbe essere soggetto alle stesse regole dei prodotti alimentari, non di quelli farmaceutici».
Roma
Niente sconti nelle farmacie romane. Almeno nella maggior parte. «Non si può pensare di addossare su di noi il costo dei farmaci. Quello dipende dalle case farmaceutiche - asserisce Giuseppe Scioscia, titolare di una farmacia in via Barberini -. Se noi applicassimo uno sconto del 20 per cento, il nostro guadagno sarebbe pari a zero e non possiamo permettercelo». La nota dolente è riservata ai medici: «Dovrebbero essere loro i primi a prescrivere farmaci che costano meno». Qualche farmacia, però, ha cominciato ad applicare gli sconti: a largo Cervinia e piazza Mazzini, due farmacie hanno esposto un cartello che avvisa i clienti dell’adesione all’invito del ministro della Salute: «Siamo noi che dobbiamo informare il cittadino di questa possibilità» ha puntualizzato la responsabile della struttura di largo Cervinia.
Napoli
Almeno negli sconti in farmacia, Napoli è partita con anni di anticipo rispetto al resto d’Italia. Lo sconto del dieci per cento (e talvolta anche di più) sui medicinali da banco rappresenta una consuetudine in molte delle 750 farmacie della provincia. Secondo le previsioni, il nuovo provvedimento dovrebbe «convertire» anche quei farmacisti che non praticavano gli sconti. Ma il dottor Michele Di Iorio, presidente dell’ordine dei farmacisti di Napoli, avverte: « Non è iniziata l’epoca dei saldi in farmacia.

Si tratta di una semplice ricognizione dei prezzi: i medicinali non sono dei beni di consumo ma di necessità. L’approccio col farmaco deve essere sacrale. Il decreto legge verrà osservato da tutti, ma soltanto dopo avere compiuto un’indagine di mercato».

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