Trentacinque anni sono una età importante nella vita di un uomo. È l'età della piena crescita, della formazione compiuta, delle scelte definite e della chiarezza delle idee. Ho sempre pensato ai quotidiani come se fossero delle persone dotate di una propria personalità, di un proprio carattere, di una propria autonoma capacità di esprimere fatti, opinioni, posizioni. Il Giornale, il nostro Giornale di Genova, mi piace immaginarlo così. Ed i suoi 35 anni sono una tappa importante nella storia di questo quotidiano che tanto ha fatto per Genova, i genovesi e la nostra regione. Lungi dal voler indulgere a celebrazioni e ad amarcord, i 35 anni del Giornale servono a ricordarci che noi siamo cresciuti grazie alla straordinaria esperienza di questo quotidiano che ha reso la nostra opinione pubblica più informata, più avveduta, più capace di farsi delle idee autonome e libere sui fatti della nostra città e della nostra regione. Ricordo con un pizzico di nostalgia le passeggiate di mio padre in compagnia di Luigi Vassallo, primo grande direttore del Giornale. Era un uomo di grande equilibrio, capace di grandi analisi e di riflessioni acute. Fin da allora il Giornale si poneva come la voce che offriva una informazione completa, immediata e chiara sui fatti della nostra città. Ed oggi, che compie 35 anni, lo è ancora di più: contro le ideologie e le verità a senso unico, contro le manipolazioni, contro la verità contrabbandata da propaganda, il quotidiano il Giornale è riuscito a dare una informazione sempre più completa della politica, della economia, della cronaca cittadina. Sono certo che questo grande quotidiano continuerà a lavorare in questa direzione. Alla vigilia di una difficile tornata elettorale, sono certo che il Giornale continuerà a dare ai cittadini una informazione che li renda liberi dal pensiero dominante e che li metta in condizione di scegliere e decidere con libertà e consapevolezza, come si conviene in una vera e compiuta democrazia.
Grazie, dunque, al Giornale, a Massimiliano Lussana e a tutti i suoi redattori senza dimenticarne nessuno. A ciascuno di loro l'augurio più classico e banale, ma profondamente sentito dal cuore: buon compleanno e ad maiora!*Deputato al Parlamento
Membro della commissione giustizia di Montecitorio