Il pastore che difese la Sardegna dal cemento

La commedia di Riccardo Milani ispirata a una storia vera. Con Virginia Raffaele e Diego Abatantuono

Il pastore che difese la Sardegna dal cemento
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da Roma

Come spesso accade nel suo cinema lo spunto è reale, poi arriva la rielaborazione in chiave agrodolce come la lunga tradizione della commedia all'italiana suggerisce. Ieri ha aperto la 20esima edizione della Festa del Cinema di Roma La vita va così di Riccardo Milani reduce dal successo al botteghino lo scorso anno di Un mondo a parte con cui condivide non solo la protagonista, Virginia Raffaele, ma un'idea di società. Lì era la comunità di Pescasseroli in Abruzzo che combatteva la chiusura della sua piccola scuola pluriclasse per mancanza di alunni, qui invece c'è sempre una comunità, nel Sud della Sardegna, messa in crisi da un nuovo resort di lusso da costruirsi sulla costa. La società immobiliare milanese, guidata dal presidente interpretato da Diego Abatantuono con ufficio con vista sul Duomo, manda sul posto un capo cantiere con grande esperienza (Aldo Baglio) che si trova però a combattere con un solo proprietario che non vuole vendergli il suo terreno bloccando così l'intera operazione. È l'ottantenne Efisio Mulas che, nonostante le cifre via via più alte che gli vengono offerte (si parte da 150 milioni di lire per arrivare nel frattempo a 12 milioni di euro), non ne vuole sapere di lasciare la sua casa e le mucche che fa pascolare sulla spiaggia. Si mette così contro l'intero paese che vede nel resort l'unica via di uscita dalla mancanza cronica di lavoro e neanche sua figlia Francesca (Virginia Raffaele) riesce a mediare e a convincerlo.

Il film, ispirato alla vera storia di Ovidio Marras, morto lo scorso anno novantatreenne, che ha combattuto (e la storia giudiziale non si è ancora conclusa) per difendere dalla speculazione edilizia il suo "furriadroxiu", ossia il suo podere nelle campagne tra Tuerredda e Capo Malfatano, dov'era nato e cresciuto, è scritto dallo stesso regista con Michele Astori, puntellato dalle evocative musiche di Moses Concas, prodotto da Ourfilms e Wildside con Piperfilm e Medusa Film che lo distribuirà in sala giovedì prossimo: "Mi sembrava giunto il momento racconta il regista di portare al cinema questa storia che mette un po' in crisi i punti di vista, perché da un lato c'è la necessità del lavoro e dall'altro l'esigenza di rispettare il territorio. Da qui l'utilizzo della commedia capace di raccontare una storia esemplificativa per tutti". Su questo concorda Abatantuono che interpreta un personaggio di imprenditore sfaccettato: "La commedia di Scola, Monicelli e Risi continua in questo film perché la commedia, anche se qui c'è pure del neorealismo, tratta della vita quotidiana. Certo la prerogativa del mio personaggio è che non fa ridere ma mi piace lo stesso. Lui è convinto di essere nel giusto ma si scontra con questo uomo resistente, con la faccia di un De Niro sardo, che ha una sua dignità, una sua forza e convince tutti, alla fine anche me". Ma il personaggio del pastore, interpretato da uno straordinario Giuseppe Ignazio Loi che parla solo in dialetto, non si prefigge di convincere nessuno. Lui dice "no" e basta. Incarnando però l'autorevolezza atavica della natura.

Un mondo non a parte che il film di Milani abita realmente (è stato girato nei luoghi reali coinvolgendone la comunità) con pudore e partecipazione perché, come dice Virginia Raffaele che ha dovuto imparare bene il sardo, "questa storia è comunque un invito anche a sognare".

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