Patanè: «Esco di scena ma tornerò presto in Italia»

da Milano

Lorenzo Patanè, giovedì la soap tedesca Tempesta d’amore, campione d’ascolti su Rete 4, ha festeggiato l’agognato traguardo delle 500 puntate. Lei è uno dei protagonisti: ci sperava?
«Sapevo che sarebbe arrivata molto lontano fin dal primo giorno di set, in Baviera. Respiravo troppa passione e desiderio di migliorarsi in ogni collega del cast. O forse è stato il mio sangue italiano a rendermi ottimista. Fatto sta che al debutto, in Germania, abbia toccato anche il 36 per cento di share».
Ma è vero che il suo personaggio, il cuoco Robert amatissimo dai fan, uscirà di scena a metà giugno, alla fine della seconda serie?
«Avrei preferito una morte spettacolare, magari in un’esplosione. Ma gli autori hanno deciso di farmi sposare e trasferire a Parigi, un finale romantico e aperto, caso mai decidessi di tornare...».
Perché? Si è già pentito della sua decisione di lasciare il set che le ha dato la popolarità in Tv?
«Solo un po’ di malinconia, nessun rimpianto. Ho recitato per due anni e mezzo, dieci ore al giorno, storie che tutto sommato si ripetevano, con qualche catastrofe sempre dietro l’angolo. Ero un po’ stanco e, soprattutto, cominciavo a fare confusione fra me e il mio Robert».
E com’è finita tra voi due?
«Una notte ci siamo guardati negli occhi. Non voglio prendere il tuo posto, gli ho detto, e tu non prendere il mio. Ma qualcosa in comune l’avremo sempre, come la passione per le sfide e per i fornelli. Amo il fuoco».
Si aspettava anche il successo in Italia? Tempesta va in onda su Rete 4 in day time e in prima serata, seguita da circa 2.800.000 telespettatori con circa l’11 per cento di share (con picchi record del 17 per cento).
«Spero che continui così. In Germania la programmazione è avanti di circa sei mesi e il momento è delicato. Sono cambiati molti personaggi e la soap sta cercando un nuovo equilibrio».
Come hanno preso i fan la sua uscita di scena?
«I tedeschi mi assediano con migliaia di lettere e messaggi sui blog Internet, chiedendomi di rientrare. I “tempestati” italiani li incontrerò oggi a Napoli, dove festeggeremo insieme le 500 puntate. Non so come mi accoglieranno... ».
Lei è nato Catania ma è cresciuto in Germania. Cambia il modo di fare Tv da un Paese all’altro?
«Del tutto, si vede anche dalle soap. Tempesta si concentra sulle trame mentre Centovetrine o Incantesimo sull’immagine, scenografie e luci. I veri maestri del mestiere sono gli americani. Si preoccupano persino del menu del pranzo degli attori. D’altra parte, noi europei sappiamo infondere più emozione e fantasia».
Com’è arrivato a Tempesta?
«Quando avevo 12 anni ho capito che la mia missione è stare su un palcoscenico a recitare. Ma la Tv mi ha sempre incuriosito così ho fatto il provino.

Il set è più duro del teatro. Alla telecamera non puoi nascondere niente, scopre anche se la sera prima hai fatto tardi».
Nuovi progetti?
«Una fiction in Germania e forse una in Italia. Verrei a piedi pur di lavorare da voi».

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