Paura per il «botto» nell’impianto nucleare

Paura per il «botto» nell’impianto nucleare

(...) liquidare in due righe. Intanto, perché il mondo intero sta ancora interrogandosi sulle conseguenze del botto nell’impianto di Fukushima, 11 marzo di quest’anno. E inoltre perché, in particolare in Liguria, è sempre vivo il dibattito sull’ostracismo al nucleare, quando - come sostengono gli scienziati senza pregiudizi ideologici -, a pochi passi dai nostri confini esiste una «cintura» di impianti che producono energia dall’atomo. Come a Marcoule, appunto. Decine, comunque, nella giornata di ieri, le chiamate ai vigili del fuoco da tutto l’Imperiese dopo che si è diffusa la notizia dell’incidente. È scattata l’allerta, anche se le autorità transalpine si sono affrettate a precisare che la situazione non presentava rischi e non si registravano fughe radioattive. Concetto ribadito dopo poco dal capo della Protezione civile nazionale, Franco Gabrielli, in contatto telefonico con l’assessore regionale all’Ambiente, Renata Briano: «Nella malaugurata circostanza che si possano verificare fughe - ha sottolineato Gabrielli -, sarebbero ridotte perché non fuoriuscite dal reattore della centrale». Ancora più rassicurante Renata Briano, ecologista e antinuclearista non viscerale: «Attendiamo novità dal Dipartimento nazionale della Protezione civile dove è già al lavoro l’unità di crisi con l’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale, e i Vigili del Fuoco». Fidarsi è bene, ma l’assessore all’Ambiente ha disposto lo stesso un primo monitoraggio della radioattività dell’aria, affidandolo all’Arpal, l’Agenzia per la protezione ambientale in Liguria. Per inciso: le centraline per i controlli sono quattro, due delle quali a Genova (sul tetto della sede dell’Arpal e in località Righi), una a Imperia e un’altra a La Spezia.
Passata la tensione delle prime ore, via libera alle dichiarazioni istituzionali. Alcune addirittura indispensabili e scientificamente all’altezza. Parte in tromba il sindaco Marta Vincenzi a Tmn News: «Non lancerei allarmi, ma siamo in allerta, anche se la Francia dice che non c’è nessun problema. E anche se non sembra ci sia nulla di drammatico - scandisce il primo cittadino di Genova, in veste veltronista ma-anchista - bisogna verificare». Marta Vincenzi, infine, consapevole dell’avvio della campagna elettorale per il rinnovo del proprio mandato, la butta sull’ideologico: «La dobbiamo smettere di fare centrali nucleari, le centrali vanno chiuse, ma anche ci vuole una politica energetica seria e sostenibile, perché altrimenti chiudiamo anche tutte le fabbriche. I cittadini non reggono più la preoccupazione che possano esserci ricadute irreversibili sulla salute, ma anche sul territorio e sul futuro del nostro pianeta». Ci tengono a farsi sentire, con dichiarazioni pesanti, eccome pesanti, anche il presidente dell Regione Claudio Burlando - «il nucleare è pericoloso» -, e il presidente della Provincia spezzina Marino Fiasella: «Obbligatorio investire nelle energie alternative».


Più concreta la presa di posizione di Gianni Plinio, responsabile Sicurezza Pdl Liguria, che chiede al sindaco di Genova se esista un Piano comunale di emergenza per fronteggiare eventuali effetti nocivi in caso di fughe radioattive. «Una cosa è certa - ricorda Plinio -: con i siti a poca distanza dalle nostre frontiere è come se le centrali ce le avessimo in casa». Vallo a spiegare ai catastrofisti di partito (preso).

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