Pazzini ci rimette il naso, l’arbitro la faccia

RomaLa Samp perde la vetta, ma anche la pazienza. Pazzini prima segna, poi finisce all’ospedale con il naso rotto a causa del pugno (involontario) di Muslera. Sarebbe rigore, come quello su Ziegler affossato da Diakité. E nella pancia dell’Olimpico, dopo l’1-1 con la Lazio, il fumo del sigaro di Riccardo Garrone aumenta di intensità come la rabbia per l’arbitraggio di Orsato. «Ci mancano quattro punti - tuona il patron della Samp -. Siamo al quarto episodio consecutivo: il primo a Firenze, poi un crescendo con Inter, Parma e oggi (ieri, ndr) a Roma. Sudditanza arbitrale? Parlerei di scarsità. Non sono così sciocco da pensare a sudditanza verso Lotito o Ghirardi, dico solo che abbiamo vinto le prime 4 partite e poi si è visto cosa è successo...». Anche il dg dei genovesi Beppe Marotta, persona diplomatica e di buon senso, ha qualcosa da dire. «Se guardiamo all’andamento della partita, il pareggio è giusto. Ma c’erano due rigori per la Samp: nello spogliatoio tutti i miei giocatori hanno protestato con me, chiedendomi perché la società non fa sentire la sua voce. Noi non pensiamo di poter contendere lo scudetto all’Inter, non ne abbiamo i mezzi finanziari né calcistici, ma chiediamo pari opportunità».

La giornataccia di Orsato - da gennaio promosso internazionale! - che espelle anche Padalino e Baronio, quest’ultimo ingiustamente, fa da corollario a una bella sfida: la Lazio spreca almeno sei occasioni, va in svantaggio con il quinto gol stagionale di Pazzini (l’attaccante, nonostante la frattura al setto nasale, dovrebbe essere in campo sabato contro il Bologna grazie a una maschera protettiva), riagguanta subito il pari con Matuzalem e poi non sfrutta i 18 minuti di superiorità numerica. Muslera respinge il tiro di Ziegler, Cassano scheggia l’incrocio dei pali e nel finale Castellazzi salva su Cruz (ma è più un errore dell’argentino) e compie un miracolo su Mauri.

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