Pd in piazza a difesa di Malpensa La Moratti «L’hub crescerà»

L’anno scorso a quest’ora le proteste erano tutte contro il taglio dei voli di Alitalia a Malpensa. Adesso si torna a manifestare per l’abbandono definitivo della compagnia che lascia lo scalo lombardo per costruire la sua nuova base operativa a Fiumicino. Il Pd scende in piazza e, davanti a Palazzo Marino, celebra il funerale «per morte cruenta dell’aeroporto internazionale di Malpensa». Non solo, minaccia perfino di occupare l’aeroporto. «Il taglio drastico dei voli, da 1200 a 185, era solo il primo passo verso la chiusura di Malpensa» si legge in una nota. Ed Ezio Casati, segretario del Pd metropolitano, aggiunge: «La Lega di Bossi ci parla sempre di presenza sul territorio ma insieme a Berlusconi, Formigoni e Moratti stanno uccidendo le imprese e lo sviluppo della regione Lombardia». «Era tutto prevedibile - rincara la dose Carlo Porcari dal Pirellone - altro che le promesse illusorie della Lega».
Il presidente della Provincia di Milano Filippo Penati dice di «sentirsi tradito» e punta il dito contro il sindaco che «si è fatta battere 5 a zero da Alemanno a furia di fare lo scendiletto del governo amico». Ma Letizia Moratti non accetta le accuse. E rilancia, sostenendo che Malpensa crescerà lo stesso, con o senza Alitalia. «Nessuna delusione - sostiene - perché il Governo ha colto quello che noi avevamo richiesto e noi da tempo ci eravamo attrezzati per avere soluzioni alternative. Sono soddisfatta di cogliere i risultati positivi di una politica che, come azionista di maggioranza di Sea, abbiamo portato avanti in questi anni difficili, continuando ad investire su Malpensa: nel 2008-2009 circa 200 milioni, con un piano da qui al 2015 di 1,4 miliardi».
La fiducia nel rilancio dell’hub non manca al centrodestra. Ci crede meno la sinistra, che addirittura ventila lo spauracchio della chiusura dello scalo. A manifestare i timori del partito è il segretario regionale del Pd, Maurizio Martina: «Il nostro timore è che anche Expo sia trattato come Malpensa: due partite diverse con lo stesso copione. Milano e la Lombardia non meritano di essere trattate in questo modo».
L’ex sindaco di Milano Gabriele Albertini ammette che la scelta strategica annunciata da Cai è «contraria alle nostre aspettative, a quelle del Nord e al sistema economico da esso rappresentato».

Ma a questo punto, prosegue, «sarebbe assurdo conservare un monopolio in capo a un concessionario privato, come lo è ora Alitalia, e in crisi di offerta. È necessario permettere che il mercato definisca qual è il vettore di riferimento, e non il contrario».

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