Cronache

Il Pd rinuncia alle primarie e Mazzarello pensa al ritiro

Enrico Musso aspetta un contatto: «Sei mesi fa i partiti erano interessati alla mia candidatura»

Niente da fare. Le primarie non si fanno. Non c’è abbastanza tempo né abbastanza voglia. Anche il Pd ligure si deve arrendere e il segretario regionale Mario Tullo, ieri in missione a Roma, potrebbe accontentarsi delle mini-primarie (peraltro già ipotizzate), una sorta di consultazioni fatte in casa per avere, da ogni provincia, le indicazioni sui candidati preferiti. Una conta interna che non potrebbe coinvolgere l’intera base, anzi l’intera popolazione come in passato. L’unica data possibile sarebbe stata quella di domenica 2 febbraio, visto che il 9 scadono i termini per la presentazione delle liste. Le «primariette» però presentano inevitabili rischi. Perché i «costituenti» del Pd, coloro che hanno ritirato il certificato, finirebbero per esprimere, nella migliore delle ipotesi, 8 nominativi per la Camera e 8 per il Senato, visto che sia la componente Margherita, sia la componente Ds darebbe una sua preferenza. Il fatto è che i posti a disposizione sono molto meno, soprattutto in caso di sconfitta. In più c’è la questione delle quote rosa. E ci sarebbe - la vera sfida è tutta qui - da decidere l’ordine di inserimento, cioè sapere chi ha chance di elezione e chi no. Le due anime del partito (senza contare eventuali new entry «minori») avrebbero di che discutere all’infinito. «È il massimo che si possa fare - spiega Tullo -. Si accoglie la spinta partecipativa del popolo, e facciamo i conti con questa legge che resta una schifezza».
Ma in tempi di corsa alla candidatura, il centrosinistra può contare sul bel gesto che potrebbe fare a sorpresa uno dei suoi più autorevoli (ed eventualmente certi del posto) rappresentanti. Il senatore Graziano Mazzarello sta valutando l’ipotesi di farsi da parte. «È un’idea, al momento non ho ancora deciso - conferma -. Ho sempre ritenuto che sia giusto dare spazio al cambiamento. E pensavo che i 60 anni potessero essere una data di riferimento. Veramente speravo anche che la legislatura arrivasse almeno alle europee dell’anno prossimo. E io poi a 60 non ci sono ancora... Comunque sì, sto pensando di dare spazio».
Nel centrodestra, nel Popolo della Libertà in particolare, la lista sembra quasi fatta. Mancano ancora alcuni tasselli da sistemare e per uno di questi è tornata d’attualità la candidatura di Enrico Musso. «Mi pare che in passato ci fosse un interesse da parte dei leader nazionali, penso che ci saranno colloqui nelle prossime settimane - ha detto ieri l’interessato -. Sei mesi fa ho dimostrato di volermi rimboccare le maniche, metterci il nome e la faccia e ai tempi della mia campagna elettorale ho avuto vari contatti e mi pareva che ci fosse un interesse, ultimamente meno.

Mi sembra però che questa domanda vada fatta ai partiti».

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