Il Pdl chiede le dimissioni del pupillo-Maran: «Deve lasciare i Trasporti»

Tra verbali di mazzette per la bonifica della aree ex Falck di Sesto san Giovanni e accuse di presunti finanziamenti illeciti al Pd, il caso Penati si abbatte anche sulla giunta del sindaco Giuliano Pisapia. Con il Pdl che ora chiede le dimissioni dell’assessore Pierfrancesco Maran. «Per correttezza - attacca Giulio Gallera - Almeno la delega a Trasporti e mobilità». Il motivo? «Cose che in questi mesi sembravano strane sono finalmente chiare alla luce dei fatti inquietanti di questi giorni». E il riferimento è all’sms ricevuto da Penati due giorni dopo il varo della giunta Pisapia dal non indagato Antonio Rugari a proposito del contenzioso aperto fra l’imprenditore che accusa Penati Piero Di Caterina e l’Atm. Perché i due pubblici ministeri monzesi Walter Mapelli e Franca Macchia, nella richiesta di carcerazione per Penati, spiegano che «la vittoria del centrosinistra a Milano amplia il rischio di reiterazione del reato». E allora Gallera attacca. «Ora si capisce perché su Maran, che fino ad allora era un semplice consigliere comunale, siano confluite più di 3.500 preferenze. Ovvio, era l’uomo di Penati. E anche si capisce come mai a un ragazzo di appena trentun anni e senza nessuna esperienza specifica in materia, Penati abbia affidato un assessorato così importante. Anzi praticamente tre assessorati visto che la delega di Maran riunisce trasporti, ambiente, arredo urbano e verde». Vicende che si intrecciano. «Eccoli i poteri forti di cui parla Pisapia - aggiunge Gallera - Sono le pressioni di Penati per mettere un suo uomo e sistemare il contenzioso tra la Sitam e l’Atm. E così si spiega anche la gran fretta di cacciare il presidente Elio Catania, nonostante l’azienda milanese dei trasporti abbia i bilanci in ordine. Non è forse che Pisapia vuol mettere in quel posto un uomo più malleabile e di fiducia?».
Nel pomeriggio di ieri arriva anche la difesa di Pisapia. Che, però, non convince affatto il vicepresidente del consiglio comunale Riccardo De Corato. Che ha già pronta un’interrogazione per il sindaco. «Pisapia - spiega De Corato - non chiarisce fatti, intercettazioni circostanziate e dichiarazioni dei magistrati monzesi che sono precisi. E riguardano anche la vittoria del centrosinistra a Milano». Non solo. «Pisapia deve chiarire al più presto e senza perdere altro tempo, le modalità con le quali è stata costituita la sua giunta, visto che ne fanno parte autorevoli esponenti dell’ala che fa riferimento al super indagato ex presidente della Provincia. Consiglio Pisapia, di dire la sua su quanto starebbe emergendo dalle intercettazioni e dai documenti».


Per Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra, «Pierluigi Bersani e Pisapia dovrebbero fare un monumento alla procura di Monza, l’unica in Italia a non violare il segreto istruttorio. Se quanto raccontato da Di Caterina a marzo 2011 fosse venuto fuori in tutti i suoi spregevoli dettagli prima delle Comunali, Letizia Moratti sarebbe ancora sindaco di Milano. Altro che vento che cambia!».

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