da Roma
Il Partito della libertà è unopportunità che tutto il centrodestra deve saper cogliere. Forza Italia per prima.
Lex presidente del Senato, Marcello Pera, dal suo sito invita tutti gli alleati a una riflessione sulle prospettive future sia di Forza Italia sia del neonato Partito della libertà. Pera si compiace del fatto che sia superata «la fase degli insulti a Michela Vittoria Brambilla», titolare del marchio Pdl. O che almeno così appaia. E soprattutto che si sia chiusa la fase definita «la sindrome da tradimento degli innamorati del principe».
Il rischio che si corre adesso, dentro Forza Italia, secondo il senatore azzurro «è quello della normalizzazione, come se niente fosse successo». Insomma i delfini o gli aspiranti tali detronizzati dallincoronata Brambilla, passata larrabbiatura iniziale, sarebbero già pronti a tirare a campare senza farsi troppe domande.
«Invece, siccome il Pdl è nato, anziché cercare di ignorarlo o strozzarlo nella culla, sarebbe opportuno approfittare dellevento per parlare di politica del centrodestra», ammonisce Pera, che butta sul tavolo una serie di questioni urgenti. Prima di tutto «la questione della legge elettorale: cè da capire se Forza Italia intenda davvero farsi mettere le briglie da Calderoli e da chi gli dà una mano». Poi laltro nodo da sciogliere: gli alleati. Ai quali occorre dare ascolto, prosegue Pera, «quando pongono temi seri come quello dellalternativa dei moderati alla sinistra». E ancora lallargamento del consenso e un programma ben strutturato con il quale rendere più solida la prospettiva di governo. Infine occorre capire perché la Cdl ha perso nel 2006 «nonostante gli Italiani sapessero bene che sarebbero stati governati da comunisti e sinistra radicale». Questioni che vanno affrontate subito nei «congressi comunali e provinciali» già in corso e in una «riunione del Consiglio nazionale nella quale si discuta la posizione del partito: dal suo stato organizzativo alle prospettive politiche». Un confronto interno necessario e non più rinviabile. Il Partito della libertà così «sarà ancora più utile se, anziché ingelosirlo soltanto, farà discutere il primogenito».
Un confronto che tra laltro renderebbe evidente quanto sia infondata laccusa più volte rivolta a Forza Italia: quella di essere un partito di plastica.
Accusa respinta con tenacia dal coordinatore Sandro Bondi. Forza Italia, dice Bondi, è «un partito popolare di massa, che si avvia a diventare il partito di milioni di italiani che si identificano nei valori, nei nei programmi, nel costume, nello stile, nella bandiera e nella classe dirigente». Allo stesso tempo il Pdl è «un progetto di portata storica per unificare il centrodestra italiano» che però ha ancora bisogno di tempo per «maturare nella società e nella politica». Per questo, conclude «è necessario più che mai un partito come Forza Italia».
Anche Roberto Formigoni presidente della Regione Lombardia, insiste «Forza Italia non è un partito di plastica o dei colonnelli: è nato grande grazie alla genialità di Berlusconi, ma sa camminare con le proprie gambe». E sulla leadership nessun attrito.
Uneredità che potrebbe essere raccolta da una donna. A dirlo è proprio il sindaco di Milano, Letizia Moratti. «LItalia è un grande Paese maturo per tutto, anche per eleggere una donna premier».