Complimenti per larticolo sul treno ad alta velocità fra Genova e Milano, previa naturalmente la costruzione del Terzo Valico. A parte i meriti del senatore Luigi Grillo (che è sempre allopera), questo tema merita di essere un cavallo di battaglia (del centrodestra) per le prossime elezioni comunali (e provinciali?).
Dottor Lussana, da questo momento in poi, a scadenze precise, le pagine genovesi e liguri devono insistere per agevolare la felice conclusione di questa battaglia, indispensabile per la sopravvivenza e per il progresso della nostra città, ormai da troppo tempo incapace di rilanciarsi in modo significativo in vista di un vero e proprio sviluppo. Un bellarticolo di questo genere non può agitare idee del tutto condivisibili solo il 13 di agosto ma deve reiterarsi, aggiornando i lettori grazie agli sviluppi della questione (o alle sue battute darresto). Il problema del Terzo Valico e del treno ad Alta Velocità fra Genova e Milano è una soluzione razionalissima a beneficio del capoluogo ligure e di tutta la regione ma proprio perché lo è occorre chiedersi come mai se ne sia parlato così a lungo, senza realizzare mai nulla.
Infatti nel corso di un tempo lunghissimo gli stanziamenti (anche se cospicui) avrebbero potuto benissimo essere reperiti e poi impiegati per la realizzazione dellopera. È evidente che anche se molti si pronunciarono a favore, parecchi di loro dissimulavano la contrarietà, altri, pur dichiarandosi coerentemente daccordo, non si sono per nulla battuti con tutte le loro forze affinché questa infrastruttura necessaria potesse essere efficacemente posta in cantiere. Probabilmente chi è in grado di analizzare tutti i risvolti trentennali di questopera finora mancata può tracciare una cronaca e una storia che getta una luce fredda e amara sulla condizione politica di Genova e della Liguria stessa.
È un problema di Genova e di Roma, una questione di rapporti fra il centro e la periferia, unaffaire sui calcoli politici in seno alla capitale e su quel «mondo a parte» che è la nostra città, laddove le colpe si ripartiscono in una misura difficile da stabilire. Ma diciamocelo pure è anche una questione di misoneismo da parte del milieu genovese. A me pare del tutto strano e quantomai singolare il rifiuto da parte di Roma qualora i politici locali, nel loro insieme, avessero fatto pressioni nei confronti dellindispensabilità del Terzo Valico.
Ora, sappiamo tutti che Genova (la Liguria) ha contato solo quando ha avuto rappresentanti potenti nella capitale, una parte dei quali però o per insistenza verso casti appetiti o per astratto rigore morale o per inettitudine verso la pratica degli scambi (che sono il pane della politica) non ha combinato granché. Daltra parte Genova (la Liguria) ha sempre evidenziato la scarsità della propria popolazione. Insomma (ambedue: il capoluogo e la regione) pesavano e pesano tuttoggi poco.
NellItalia divisa dalla «guerra fredda» Genova ha avuto lo sviluppo delle Partecipazioni Statali e ha pagato a caro prezzo lungo i decenni la componente insurrezionalista (a comando) della sinistra che ha preso la città in ostaggio a più riprese fino a dominarla nella stagione di quel declino (o di quel non sviluppo) dalla quale tuttora non riusciamo ad uscire in maniera convincente. È evidente che la regione e la città hanno bisogno di infrastrutture di collegamento come volano per un rinnovato sviluppo, altrimenti non si potrà che gestirne una risicata sopravvivenza.
Sono convinzioni queste che in città sono ormai acquisite da un pezzo e tuttavia non si riscontra unaria (in giro) di riscossa adeguata. Non può allora che essere la politica di centrodestra a riportare alla ribalta (senza perderli mai di vista) quei nuclei di interesse vitale per la città e la regione che siano in grado di facilitarne la ripresa, sperabilmente ribaltando quella situazione di minorità cui la sinistra ci ha confinato.
Il Giornale, essendo uno strumento di comunicazione atto a suggerire prospettive politiche al centrodestra, costruite concretamente attraverso la segnalazione di obbiettivi concreti, può assolvere ad un ruolo indispensabile in questi periodi di incertezza che ci separano dalle elezioni amministrative e da quelle politiche dellanno successivo.
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