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Il Pdl: "Con voto fallita la manovra politico-mediatica-giudiziaria"

La direzione del Pdl:gli italiani non vogliono che il gossip entri nella vita pubblica, e che la lotta politica si consumi dal buco della serratura

Il Pdl: "Con voto fallita la manovra 
politico-mediatica-giudiziaria"

Roma - Emerge dal voto degli elettori "una distanza siderale che separa queste manovre dalle persone, dai loro pensieri e dai loro bisogni. Gli italiani non vogliono che il gossip entri nella vita pubblica, e che la lotta politica si consumi dal buco della serratura". Lo afferma un documento approvato all’unanimità dalla direzione nazionale del Popolo della Libertà, riunitasi presso il gruppo alla Camera per approvare il quadro consuntivo per il 2008, nel quale tra l’altro si ribadisce il progetto unitario e l’alleanza strategica con la Lega.

"Lo straordinario successo conseguito dal Pdl" è stata la risposta "più forte e convincente che la maggioranza del popolo italiano ha voluto dare alle campagne scandalistiche di Palazzo, orchestrate ai danni del Governo e del suo Presidente da un circuito politico-mediatico-giudiziario con l’obiettivo finale di sovvertire la sovranità del popolo". E per "il rispetto dovuto ai cittadini che l’hanno votato" il Pdl deve "reagire con la massima determinazione e fermezza" ed è per questo motivo che il partito rivendica "con orgoglio i risultati dell’azione di governo nell’ultimo anno, e rilanciamo con rinnovata energia il progetto riformatore che nell’aprile del 2008 ha ottenuto la fiducia dei cittadini".

Rilancio che si adopererà alla "modernizzazione del Paese attraverso la riforma della giustizia, attraverso le riforme dello stato sociale indicate nel 'libro bianco', quelle della pubblica amministrazione e del federalismo fiscale, dell’università e della scuola".

"Lo straordinario risultato conseguito dal Pdl nelle elezioni amministrative, al primo e secondo turno - si legge ancora nel documento approvato da tutti i 150 partecipanti alla direzione nazionale - caratterizza il Popolo della Libertà come l’unica forza politica veramente nazionale, dotata sul territorio di risorse, militanti, dirigenti politici e amministrativi che un grande partito popolare deve sempre di più saper valorizzare e mettere al centro di un processo di selezione democratica".

Il risultato delle elezioni europee, invece, ha voluto sottolineare la "grave crisi in cui versa la socialdemocrazia in Europa e il grave arretramento subito dalla sinistra italiana" che paga oggi "lo scotto di non aver mai fatto i conti con la propria storia: il Pd non può nemmeno definirsi socialdemocratico senza scatenare al proprio interno guerre intestine e far riemergere antichi nodi mai affrontati fino in fondo".

Il dibattito che sta caratterizzando la vigilia del congresso del Partito Democratico "è confuso e contraddittorio e ne è la prova evidente". Le passate elezioni, al contrario, hanno sancito "la validità del progetto del partito unitario e dell’alleanza strategica con la Lega di Umberto Bossi" e per la prima volta il successo delle forze politiche che hanno sostenuto il governo Berlusconi "si è manifestato sul terreno delle elezioni amministrative, nel quale la sinistra tradizionalmente dimostrava una maggiore capacità di radicamento e di tenuta".

Da queste elezioni amministrative, prosegue l’analisi del direttivo nazionale, "la sinistra appare ormai una forza politica minoritaria nel Nord e nel Sud del paese, perdendo posizioni anche nelle regioni del centro Italia".

Risultato che "rafforza il Governo, il suo rapporto con la maggioranza e con il partito, e premia l’azione ed i risultati conseguiti in un momento particolarmente difficile dell’economia internazionale".

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