«Penati impari dal compagno Cofferati»

Al presidente della Provincia Filippo Penati «mi permetto di suggerire di comportarsi come il suo compagno di partito Cofferati, sindaco di Bologna, che ha dichiarato lotta aperta contro l'illegalità», mentre in questi giorni «Dario Fo teneva comizi in via Lecco e si comportava come se fosse il portavoce degli africani». Sono alcuni passaggi della lettera ai milanesi pubblicata dal sindaco Gabriele Albertini nella rubrica «A tu per tu», sul sito internet del Comune. Albertini, tornando sulla vicenda, scrive: «La verità è che i rifugiati di via Lecco, strumentalizzati da centri sociali e agitatori che non vogliono il loro bene, avevano respinto tutte le proposte che l'amministrazione aveva avanzato da subito per alleviare il loro disagio». Per «ragioni propagandistiche ed elettoralistiche, con cinismo rivoltante, si è approfittato del disagio e del dolore di queste persone e si è compiuta un'azione di grave scorrettezza nei confronti dei milanesi e degli stranieri bisognosi di una casa». Albertini afferma: «I rifugiati sono stati abilmente illusi che comportandosi con intransigenza verso qualunque soluzione offerta, avrebbero potuto ottenere una casa, magari gratis e scavalcando le migliaia di famiglie milanesi che sono in lista d'attesa». Gli attori «di questa operazione da sciacalli? I centri sociali, che usano chi capita per creare conflitti e occupare strutture ed edifici pubblici e privati. Ma anche, incredibilmente, alcuni aspiranti candidati del centrosinistra che cercano di farsi propaganda in questo modo.

E che dire, conclude il sindaco, «del gesto teatrale compiuto da Penati? Ci sono rimasto molto male. Prenda esempio da Cofferati, o la città penserà che la sinistra adotti pesi e misure diverse, anche nel dare un significato alla parola legalità».

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