Perché oggi la famiglia è una scuola di libertà

Sommesso elogio del Family day. Perché la sinistra odia tanto la «famiglia naturale»? I miei gusti vetero-borghesi mi dicono che la odia tanto perché col suo fiuto di vecchia signora reazionaria ha capito che ormai, di fronte alle crescenti pretese di quella scuola di conformismo che è diventata la società nel suo insieme, la «famiglia naturale» si rivela, paradossalmente, una scuola di libertà.
Sono infatti passati i tempi in cui la famiglia poteva essere lodata o denigrata, secondo i gusti, per la sua vera o supposta capacità di assicurare una pedagogia dell’obbedienza e dell’ordine. In una società che tende ormai a esercitare il suo potere sugli uomini direttamente, scavalcando ed esautorando la famiglia, questa appare, inevitabilmente, un elemento di sovversione: l’unico istituto, forse, capace di offrire ai ragazzi di oggi, esposti come sono ininterrottamente all’azione plasmatrice della società, una lezione di indipendenza.
Sono le sorprese della storia. Per secoli la famiglia è stata vituperata o elogiata per identici motivi. Sia i suoi critici sia i suoi apologeti hanno sempre visto in essa la base tufacea dell’autorità, l’arcaico fondamento di ogni condotta disciplinata, la cinghia di trasmissione dei valori e della società circostante. Era infatti nella famiglia che i bambini di una volta imparavano a dire i primi «sì» e i primi «no» conformi alle attese del mondo. Era lì che essi apprendevano il complicato sistema di concessioni e divieti che da adulti avrebbe loro permesso di condursi saggiamente nella vita. Era insomma lì che ricevevano le prime lezioni di adattamento all’ordine esterno. Giacché il rapporto tra famiglia e società era essenzialmente un rapporto di complicità. Ma oggi quel rapporto si è spezzato. E questo ha trasformato la famiglia in un’isola di resistenza.
A impartire ai ragazzi una continua lezione di conformismo non è più la famiglia ma la stessa società. Che ormai li assedia, seduce e cattura direttamente da tutti i lati con strumenti e pratiche il cui potere di persuasione è infinitamente più efficace di ogni insegnamento familiare. Il messaggio trasmesso da questi strumenti si presenta di solito come un invito alla libertà, alla trasgressione e alla ribellione. Ma il risultato è un’uniformità di specie armentizia.
Di fronte agli effetti di questo processo quella rete delicata di legami e affetti, amori e odi, passioni e conflitti insieme soavi e feroci che può svilupparsi sulla scena della famiglia (un organismo costituito, diversamente dalla semplice coppia di fatto, da mariti e mogli, padri e madri, figli e figlie, fratelli e sorelle) appare come un luogo capace di forgiare non automi gregari ma individui pronti, se occorre, a resistere al richiamo delle sirene della società.
Per questo la sinistra, avida di agnellini disposti a seguirla dovunque immaginando di essere pecore pazze e ribelli, la vorrebbe annientare del tutto.
guarini.

r@virgilio.it

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