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Perché il welfare aziendale va meglio se c'è il voucher

Ecco lo strumento che si implementa in modo rapido Ok anche per i servizi di colf, badanti e baby-sitter

Riccard Cervelli

Semplificazione. Questa è la parola d'ordine per rendere semplice e immediato il processo di erogazione dei servizi e dei beni del welfare aziendale. Semplificazione per le aziende che devono predisporre la macchina organizzativa; semplificazione per i dipendenti che devono poter usufruire di tali servizi in modo agevole ed efficace. Allo scopo è stato introdotto - con la Legge di Stabilità 2016 - il voucher per i servizi di welfare aziendale. «Questa innovazione ci allinea alle migliori esperienze europee in questo senso», spiega Joannes Damien, direttore business unit welfare aziendale di Edenred Italia, società pronta a fare la propria parte con il nuovo Ticket Welfare, figlio del voucher francese Cesu (Chèque Emploi Service Universel).

Il voucher è un buono attraverso il quale erogare tutti i servizi e i beni del paniere del welfare aziendale. Il suo vantaggio consiste, appunto, nella semplificazione di tutto il processo di erogazione dei servizi e delle prestazioni, in modo da rendere più fluido e facile l'intero processo, eliminando le complesse rendicontazioni che fino a poco tempo fa caratterizzavano la gestione e l'utilizzo degli strumenti di welfare. L'introduzione di questo strumento va di pari passo con la crescente diffusione del welfare aziendale in Italia e, per molti aspetti, è una delle precondizioni organizzative e gestionali per la sua definitiva affermazione, sia nelle grandi sia nelle Pmi. Molte aziende stanno introducendo l'utilizzo dei voucher nell'ambito dei loro piani di welfare, consapevoli della sua efficacia e utilità.

«L'Agenzia delle Entrate - sottolinea Damien - ha chiarito diversi punti sull'utilizzo del voucher. Primo tra questi, la possibilità di poter pagare con un unico voucher cumulativo tutti i beni e servizi del paniere welfare purché non si ecceda la soglia dei 258,23 euro, quella classica dei cosiddetti fringe benefit. Sopra questa soglia, invece, sarà emesso un singolo voucher per ogni singola prestazione del paniere. Molto importante, inoltre, è l'utilizzo del voucher per le prestazioni del cosiddetto welfare familiare. Si tratta dei servizi di colf, badanti e baby sitter, uno dei capitoli principali delle voci del paniere welfare. In Italia oltre 2 milioni e 600mila famiglie si rivolgono al mercato per acquistare servizi di collaborazione domestica e di assistenza ai propri familiari».

Il Ticket Welfare di Edenred dà diritto di accesso alle prestazione del paniere messo a disposizione dall'azienda nel limite del suo valore nominale. È esente da contributi fiscali e previdenziali. L'azienda attribuisce un importo welfare al proprio dipendente che può essere tradotto in Ticket Welfare. Il dipendente richiede il ticket per i diversi servizi cui vuole accedere e poi li spende presso i prestatori di servizi che si sono registrati e rientrano nella rete dei fornitori. È il dipendente, inoltre, che propone e sceglie le strutture da inserire nella rete. Il Ticket Welfare, concretamente, consiste in un codice a barre che può essere riportato su un buono, sul proprio cellulare, o stampato, che la struttura erogatrice del servizio utilizza per poi ricevere il corrispettivo stabilito dal valore nominale e prelevato dal conto welfare della persona.

«Un sistema - conclude Damien - che non ha procedure di avvio complesse e che le aziende, anche di piccole dimensioni, possono implementare in maniera molto semplice e immediata».

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