Simone De Bianchi, ventitreenne romano ed ex concorrente del Grande Fratello 2025, è stato eliminato durante la semifinale del reality andata in onda ieri sera su Canale 5. Volto noto al pubblico non solo per la sua partecipazione al programma, ma anche per il suo percorso artistico tra cinema, musica e social media, Simone è entrato nella Casa insieme a sua madre Francesca Carrara, dando vita a un’esperienza familiare intensa e spesso al centro delle dinamiche di gioco.
In esclusiva ai nostri microfoni, l’ex gieffino si racconta con sincerità, ripercorrendo la sua avventura tra emozioni, conflitti e momenti di crescita. Non solo: Simone commenta gli ultimi sviluppi tra i protagonisti ancora in gioco e svela chi, secondo lui, merita di vincere questa edizione.
È stato tra gli eliminati della semifinale. Se lo aspettava?
«Sì. Ho commesso degli errori che mi hanno portato alla nomination e il pubblico ha fatto le sue valutazioni, è giusto così. Di ogni sbaglio cerco sempre di farmi carico, dentro la Casa come nella vita: capire cosa è successo e migliorare il mio modo di stare al mondo. Questa esperienza mi ha fatto riflettere molto su quanto sia delicato apparire per ciò che si è davvero. So bene quanto sia complesso costruire un personaggio che non ti appartiene: c’è studio, distanza, controllo. Ritrovarmi invece esposto, senza filtri, e vedermi percepito come un “personaggio” che non mi rappresenta, è stata la parte più difficile da accettare».
Se dovessi chiederle al posto di chi – tra quelli già in finale – avrebbe meritato di essere, che nome farebbe?
«So bene che essere sinceri non è sempre sinonimo di essere strategici: ti espone. Io ho scelto di non restare in difesa e questo, nel contesto del gioco, ha avuto un peso. A loro va solo rispetto: chapeau.
Se proprio devo dire un nome, però, è mia madre. Lei avrebbe meritato di arrivare in finale almeno quanto loro… sicuro più di me».
Un percorso che ha vissuto a pieno o ha dei rimpianti?
«All’inizio l’ho vissuto pienamente. Sono entrato con l’idea di raccontarmi, di ascoltare storie, di parlare di cinema anche in un contesto insolito come la televisione.
Poi, inevitabilmente, le dinamiche del gioco hanno preso il sopravvento e, poco alla volta, mi sono sentito sempre più distante dalla realtà. È una sensazione difficile da spiegare: probabilmente solo chi l’ha vissuta davvero può capire quanto ti allontani dall’esterno».
Durante l’edizione, sono nate delle coppie tra cui Jonas e Anita. È stata una mossa di strategia per andare avanti o dureranno anche al di fuori?
«Nessuna strategia. Sono due personalità molto diverse, forse anche due modi differenti di affrontare la vita. All’inizio è stato per loro complesso avvicinarsi proprio per questo, come se entrambi avessero paura di riconoscere qualcosa che stava nascendo senza essere stato deciso o spiegato, ma quando non capisci subito cosa sta accadendo… spesso è lì che nasce qualcosa di vero. Se durerà fuori lo dirà il tempo, ma quello che si è visto dentro era autentico».
Chi dei due vede più sincero verso l’altro?
«Entrambi, in modo diverso. Anita, se come dice il pubblico ha conosciuto dall’esterno quello che stava succedendo, credo che lo abbia vissuto come una conferma. Non come una spinta, ma come una rassicurazione che le ha permesso di sentirsi più libera nel lasciarsi andare a quelle sensazioni.
Jonas, invece, per come ci siamo raccontati, magari non ha detto tutto, ma ho la percezione che non abbia mai mentito. E, a volte, la sincerità non sta nel dire ogni cosa, ma nel non costruire una versione diversa di sé».
Invece, si aspettava lo scontro tra Rasha e Omer?
«Non direi che me lo aspettavo, ma nemmeno che mi abbia sorpreso del tutto. Può darsi che le loro sensazioni fossero diverse, o semplicemente che abbiano bisogno di tempi, spazi e contesti differenti per potersi esprimere davvero. Riconosco che non è stata, purtroppo, una mia premura riuscire a restare fuori da quelle dinamiche. Ed è una cosa di cui mi scuso. Oggi, con più lucidità, riesco a disaccarmene e a guardare la situazione con maggiore consapevolezza».
Lei è tornata, però, da lui: questa scelta la vede una mossa per ripulirsi l’immagine?
«Capisco il senso della domanda, perché oggi è facile leggere tutto come una strategia di immagine.
Rasha non è ingenua e sapeva benissimo che esporsi l’avrebbe messa sotto questo tipo di lente; quindi, credo che si voglia riavvicinare realmente».
Lei ha mai provato anche un minimo coinvolgimento per una casalinga in particolare?
«Sì, Anita. È una persona che stimo ancora oggi e per la quale provo un affetto sincero.
Il mio coinvolgimento emotivo è nato dal confronto e dal dialogo con una ragazza particolare. Mi ha sempre portato rispetto e mi ha sempre detto chiaramente ciò che sentiva. Il suo avvicinamento a Jonas, in realtà, mi ha aiutato a capire meglio le cose. Ho realizzato che per me era più importante il legame umano che avevo costruito con entrambi, come persone, rispetto a qualsiasi altra lettura. Questo mi ha fatto anche rivalutare il concetto di amicizia tra uomo e donna.».
Tra Benedetta e Domenico, avendoli vissuti in casa, c’è amicizia o qualcosa di più?
«Prima di quello che ho vissuto io stesso in Casa, non avrei creduto nella possibilità di un’amicizia. Oggi so che, in quel contesto, i confini tra amicizia e qualcosa di diverso possono essere molto sottili, ma non è detto che non esistano. Per come li ho visti e vissuti io, il punto di partenza è un legame forte, fatta di complicità e rispetto».
Al posto di Valentina come reagirebbe?
«Avrei cercato di restare sul piano del confronto, parlando esclusivamente di ciò che era accaduto dentro la casa. I fattori esterni, inevitabilmente, possono pesare, ma personalmente avrei preferito tenerli fuori da quel contesto e affrontarli eventualmente in un secondo tempo, in una sede più adatta, se davvero necessario. È una situazione delicata e ognuno reagisce in base alla propria sensibilità».
Con chi può affermare di aver instaurato un’amicizia vera?
«Con Giulia, Benedetta, Mattia, Anita, Domenico, il King e Jonas. E spero, col tempo, di riuscire a recuperare anche il rapporto con Omar e a continuare a costruire quello con Grazia. Quando parlo di amicizia vera intendo qualcosa che va oltre la casa: c’è sentimento, rispetto e, spero, la volontà di continuare a sentirsi e vedersi anche fuori, con costanza. Mi piacerebbe riuscire a coinvolgerli, ognuno a modo suo, in ciò che sto facendo ora. Con Giulia credo che il destino abbia avuto un ruolo: ci siamo rincontrati e ho la sensazione che quel legame non finirà facilmente.
Con Benedetta ci siamo visti ieri sera, abbiamo cenato con alcuni dei miei e dei suoi amici, sembravamo un gruppo unito da anni. Mattia, forse, è quello che mi somiglia di più: spero che la distanza non diventi un limite. Con Anita sento un legame profondo, stima, rispetto e ammirazione. Domenico per me è come un fratello maggiore, uno di quelli che so che ci sarà se avrò bisogno. Il king (Francesco Rana, ndr) mi ha semplicemente ascoltato, supportato ed alleggerito durante tutto il percorso, non me lo scordo. Jonas, invece, è probabilmente la persona che più mi ricorda il mio migliore amico: inevitabilmente in lui ho trovato qualcuno da stimare davvero e a cui voglio bene».
C’è qualcuno che, invece, ha rivalutato in negativo?
«Con dispiacere, direi Rasha. Lo dico senza giudizio e senza rancore: era una delle persone con cui speravo di potermi raccontare di più, anche perché pensavo potesse offrirmi uno sguardo diverso su progetti e sulle idee che porto avanti. Probabilmente, però, non sono stato io per primo abbastanza capace di andare oltre alcune incomprensioni e di spostare l’attenzione su ciò che avrebbe potuto unirci, invece che dividerci. Me ne assumo la responsabilità. Se ci sarà modo di chiarire, fuori da quel contesto e con più lucidità, proverò a cogliere davvero l’occasione».
Da cosa riparte ora?
«Riparto dalla Roller, la mia casetta di produzione, dai miei amici che sono i miei soci, da chi c’era prima di entrare al Grande Fratello e dalle nuove conoscenze. Riparto da Genazzano, che per me non è solo un luogo, non solo cantine e tradizione, ma una fucina di talenti, di storie, di persone che hanno ancora qualcosa da dire. Riparto dal cinema, insieme ai miei e a chi vorrà condividere questo folle e burrascoso viaggio nei meandri del mondo dello spettacolo.
Riparto da tutto quello che di bello GF mi ha dato, ma fortunatamente anche dagli sbagli, perché, mentre ero dentro in balia della corrente, tutti i miei errori si stavano già trasformati in progetti cinematografici. Non rinnego nulla: riparto da tutto, soprattutto da ciò che è stato più difficile. È da lì che nasce il bisogno di raccontare davvero. E io ho appena ricominciato. Allacciate le cinture, ci vediamo presto».