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Petrucci rieletto presidente E la Trillini entra in giunta

RomaLo scrutinio nel Salone d’Onore regala un verdetto annunciato. Ma Gianni Petrucci, riconfermato per altri 4 anni alla guida dello sport italiano, vivrà più rafforzato la sua ultima esperienza da presidente del Coni. Le speranze dello sfidante Franco Chimenti si spengono al conteggio dei voti (24 il bottino del numero uno della Federgolf contro i 55 di Petrucci), ma l’elezione dei componenti della Giunta cancella in pratica l’«opposizione» e il fronte del centrodestra presente nell’organo esecutivo.
Gianni Petrucci, dunque, sempre più padrone del Coni anche se lui rifiuta con decisione quest’appellativo. L’urna gli regala però una squadra di «fedelissimi» o «amici»: Giancarlo Abete, il più votato con 47 preferenze, che segna il ritorno del calcio in Giunta dai tempi di Nizzola; gli atleti plurimedagliati (e portabandiera olimpici) Antonio Rossi e Giovanna Trillini; Riccardo Agabio - presidente della federginnastica - confermato vicepresidente così come Luca Pancalli -; Carlo Magri, Franco Arese e Renato Di Rocco, ai vertici rispettivamente di pallavolo, atletica e ciclismo; Giovanni Malagò, presidente del comitato organizzatore di Roma ’09, unico eletto insieme alla Di Centa tra i non dirigenti. «È stato un bel risultato, ora il mio compito è farmi apprezzare da chi non mi ha votato - le prime parole del presidente rieletto -. Siamo nel mese mariano, ringrazio la Madonna perché mi guidi nel modo di comportarmi. Paura di perdere? No, avevo la sensazione di potercela fare, poi c’è sempre il rischio che qualcuno ti stringa la mano e poi ti volti le spalle. Dico comunque grazie al mio avversario Franco Chimenti per la sua onestà intellettuale».
Petrucci aveva citato Bernard Shaw per rispondere ai rilievi - per la verità esposti in maniera non molto convincente - del rivale, che faceva riferimento a un Coni vecchio e austero e alal mancanza di collegialità nelle decisioni della Giunta. «Una vita spesa a commettere errori non solo è più onorevole, ma è molto utile di una vita consumata a non far niente o solo a parlar male», l’aforisma dello scrittore irlandese ripreso dal presidente del Coni. Che appena rieletto ha ricevuto la telefonata di Gianni Letta, sottosegretario alla presidenza del Consiglio: fu lui a farsi garante dell’autonomia dello sport dalla politica, rendendo così vana la candidatura (poi ritirata) di Paolo Barelli.

Tre le sfide per l’ultimo mandato «petrucciano»: il rapporto con la scuola, la lotta al doping e il finanziamento automatico.

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