Franco Sala
Se ne sono resi conto solo davanti alla bolletta: diciottomila euro. Un errore? Macché. Tre romeni avevano organizzato un phone center abusivo ai danni della ditta Fina, con sede in Via Papa Giovanni XXIII di Muggiò. Gli stranieri, in Italia senza permesso né documenti, ai primi di giugno hanno scardinato la centralina esterna che collega la linea telefonica ai centralini dellazienda. Quindi, la sera, collegavano al cavo tre apparecchi che funzionavano a meraviglia. Naturalmente il costo delle chiamate era addebitato sul conto degli imbrogliati. Gli extracomunitari telefonavano a fidanzate, mogli, genitori. Tutto era pressoché gratis. Il terzetto che gestiva il telefono pubblico per connazionali, marocchini, albanesi si era creato un ampio giro di clientela. Col passa parola la sera arrivavano decine di stranieri ansiosi di parlare e di sentire i loro cari lontani. Solo quando allufficio amministrazione della ditta è arrivata la maxi bolletta con la cifra da capogiro, i responsabili della Fina hanno capito che qualcosa non era filato per il verso giusto. Avvertono i carabinieri della compagnia di Desio, i quali si mettono al lavoro per capire la questione, perché dalla Telecom assicurano che tutto, almeno sulla carta, è perfettamente in regola e non sono stati riscontrati guasti o errori. I militari, con estrema discrezione, si appostano nei pressi dellazienda presa di mira dai telefonisti. Aspettano il momento buono, quindi decidono di intervenire: i tre romeni, viste le uniformi, tentano di darsela a gambe nei campi.
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