da Roma
Tutti contro Bassolino e Russo Iervolino, indicati pressoché unanimemente dal mondo politico come principali responsabili del disastro-rifuti. «Bassolino farebbe bene a dimettersi», ha detto il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, sottolineando che «ci sono responsabilità politiche che vanno assunte al di là delle brave persone e della buona fede». Anche il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, ha chiesto al governatore campano un passo indietro con «il coraggio di assumersi le proprie responsabilità».
Gli strali delle critiche hanno indotto il premier Romano Prodi a metter da parte l’atarassia vacanziera e a mostrare il piglio decisionista. «Abbiamo già cominciato a lavorare. Lunedì mattina comincio le riunioni con i ministri, poi si agisce», ha commentato dal suo buen retiro bolognese preannunciando che «il ritorno alla normalità immediato non basta: dobbiamo affrontare il problema per sempre».
Una delle poche certezze è rappresentata dal fatto che l’esecutivo sarà chiamato a rispondere dinanzi al Parlamento del degrado partenopeo. Il deputato di Forza Italia, Simone Baldelli, ieri alla Camera ha chiesto un’informativa del governo. Se ne parlerà nella conferenza dei capigruppo.
Resta, però, il panorama desolante di ambulanze assaltate e guerriglia urbana che ha messo a nudo la pessima gestione della vicenda. «Napoli non è Italia», ha detto il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli, aggiungendo che «siamo di fronte a un Paese che accetta di avere al suo interno un’enclave extraterritoriale dove le leggi dello Stato non valgono». Per questo motivo Calderoli ha chiesto al presidente della Repubblica Napolitano il commissariamento della Regione. Un altro esponente del Carroccio, l’eurodeputato Mario Borghezio, ha definito la Campania «il nostro Afghanistan» invocando l’esercito.
Nell’ambito del centrodestra il coordinatore di Fi, Sandro Bondi, e Maurizio Gasparri (An) hanno richiesto il commissariamento della Regione e del Comune di Napoli, sintomo del «fallimento delle classi politiche di questo governo».
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