Willy DeVille, portoricano nato e cresciuto nella Lower East Side di New York, è uno dei grandi outsider della scena rock americana contemporanea. Un musicista di culto, con una piccola cerchia di aficionados disposti a sostenerlo sempre e comunque. Partito da territori quasi punk come leader della Mink DeVille Band nel 1977, l'istrionico cantautore dall'inconfondibile voce ruvida eppure melodiosa, classe 1953, è arrivato ad unire il rock'n'roll figlio di Elvis a suggestioni provenienti dalla musica latina (cajun, Tex Mex, zydeco) e dal soul-blues. L'avvio della carriera solista di mister William Borsay (questo il suo vero nome), con Mark Knopfler (Dire Straits) alla produzione, risale al 1987. E si trattò di un debutto col botto: Miracle, l'album d'esordio di questo tipo bizzarro dai baffi sottili, i capelli lunghi, i vistosi monili sugli abiti stretti e i gilet anni Quaranta, piacque subito molto e gli valse persino una nomination all'Oscar per il brano Storybook Love. Da quel momento in avanti questo «pirata» insofferente agli schemi e dall'animo gitano si sarebbe fatto chiamare Willy DeVille. Un marchio con il quale ha inciso una decina di album, l'ultimo dei quali, fresco di stampa, s'intitola Pistola.
Fra i brani in scaletta, anche una canzone intitolata The Band Played On, ispirata alle tremende conseguenze dell'uragano Katrina che ha devastato New Orleans, una delle città più amate da DeVille, premiato dal Club Tenco nel 2007.Willy DeVille
Live Club, via Mazzini 58,
Trezzo sull'Adda
domani, ore 22.30
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