Roma

«Pirati» scatenati, dvd falsi in tempo reale

Monia Baldascino

I meno virtuosi sono i cittadini del X municipio, dove solo nei primi tre mesi del 2005 sono stati sequestrati 16.550 cd e 5.726 dvd contraffatti. I più corretti, quelli del II municipio: neanche un film o un album taroccato nelle loro strade. Questo il quadro emerso dal primo rapporto sulla lotta alla pirateria nella capitale, bilancio di un anno di lavoro che ha visto la Siae e la Polizia municipale capitolina congiungere gli sforzi nel tentativo di debellare un fenomeno in preoccupante ascesa.
Da gennaio a marzo sono state effettuate più di 2.500 operazioni, 203 le persone denunciate, quasi 1.600 i multati; sono finiti nelle mani delle forze dell’ordine 86.489 cd e 26.496 dvd riprodotti illegalmente: tutti dati in crescita rispetto allo stesso periodo del 2004. Negli ultimi mesi il mercato delle merci contraffatte a Roma non solo si è esteso, ma ha fatto un salto di qualità. Se prima i falsi provenivano per lo più dall’hinterland napoletano, ora la città eterna ha cominciato a produrre in proprio. Indagini e pedinamenti hanno portato all’individuazione di vere e proprie centrali di masterizzazione: nel corso di un’operazione nel XVI municipio sono stati sequestrati 12 masterizzatori e due fotocopiatrici professionali. La presenza dei grossisti in città crea non pochi problemi: i venditori di strada vengono riforniti con costanza, ma poco alla volta, per limitare i danni in caso di arresto.
La rete è ormai così organizzata da rispondere in tempo reale alle esigenze degli acquirenti con un’offerta che comprende le ultimissime novità, a volte non ancora in commercio nei negozi: «Due giorni fa - rende noto Carlo Buttarelli, comandante del gruppo intervento traffico - abbiamo sequestrato a Tor Bella Monaca cinquemila supporti, tra cui numerose riproduzioni del film Kung-Fusion, che uscirà nelle sale solo a partire da domani». Gli ultimi falsi vengono considerati dai vigili qualitativamente superiori a quelli finora in circolazione: «Le copertine sono più fedeli alle originali e stampate su carta a colori - spiega Patrizia Domanico, funzionario del Gruppo intervento traffico - . L’articolo è più accattivante e adatto al marketing».
Gli ambulanti si posizionano sempre negli stessi punti, i passanti abituali li conoscono e acquistano tranquilli del fatto che li troveranno sempre lì nel caso debbano cambiare il prodotto perché difettoso. Un rapporto di simpatia e a volte perfino di connivenza: «I gestori di alcuni esercizi commerciali - continua Patrizia Domanico - offrono i propri locali come depositi momentanei di merce taroccata per salvarla in caso di retata». Un’indagine dell’Indicam, Istituto contromarca per la lotta alla contraffazione, rileva infatti uno scarso allarme sociale: l’87 per cento degli italiani è al corrente del fenomeno, ma lo considera poco grave; ben sei persone su dieci, inoltre, mostrano di non avere una chiara percezione del legame tra pirateria, criminalità organizzata e sfruttamento di immigrati. «La riproduzione illegale in Italia crea danni economici per 1,8 miliardi di euro e mangia 17mila posti di lavoro - completa il quadro Vito Alfano, direttore dei servizi anti-pirateria della Siae -.

Ma soprattutto rischia di uccidere la musica e il cinema».

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