Pirelli, 100 milioni sull’Argentina e Tronchetti pensa già al Messico

nostro inviato a Buenos Aires

Nuovi investimenti per 100 milioni di dollari in Argentina, la scelta di puntare sempre di più su prodotti di gamma alta e l’apertura di una fabbrica in un altro Paese, con tutta probabilità il Messico. Sono le tre novità che Marco Tronchetti Provera, presidente della Pirelli, ha annunciato ieri a Buenos Aires, dove ha celebrato con la presidentessa Cristina Kirchner i cento anni della multinazionale milanese in Argentina.
Un Paese che assomiglia a un’Italia che non c’e' più. Pirelli, Fiat, Techint e Telecom sono i nomi evocativi dei giganti locali, in un mercato che cresce tra il 4 e il 5%. Dove l’inflazione dichiarata ufficialmente è alta, ma tutto sommato contenuta all’8%. E apparentemente poco veritiera. Ieri il giornale locale la Nacion titolava: «L’energia elettrica aumenterà del 360% e il gas del 100%»; tutti ritengono più verosimili incrementi dei prezzi decisamente più elevati del 25-30%. L’Argentina sembra tanto quell’Italia del boom economico: con poche grandi industrie e un’agricoltura ancora prevalente. Come l’Italia, ha un vicino ingombrante e ricchissimo e un accordo di libero scambio che fa da locomotore: noi avevamo la Germania e poi la Cee, loro il Brasile e il Mercosur. E ieri il presidente della Repubblica, la signora Cristina Kirchner, era lì a due passi da Buenos Aires a celebrare con Tronchetti Provera i cento anni della Pirelli in Argentina. Era lì a fare una visita a quella fabbrica tirata a lucido dove lavorano mille operai dai cognomi prevalentemente italiani: il 60% della popolazione argentina, si dice, ha ascedenze tricolori.
Tronchetti Provera ha annunciato nuovi investimenti per 100 milioni di dollari nei prossimi tre anni. Non pochi: circa un terzo dell’attuale fatturato. Che gli uomini Pirelli prevedono di far crescere in modo deciso. Mentre dalle nostri parti l’economia e le aziende vivacchiano, in America Latina, forse con la sola grande eccezione del Venezuela, la locomotiva corre. «Siamo in un area del mondo che cresce a una velocità superiore anche a quella attesa - dice il presidente della Bicocca - ben superiore ai numerelli di Europa e Stati Uniti». Nel 2010 la Pirelli ha fatto registrare nella sua fabbrica alle porte di Buenos Aires un incremento del fatturato del 55%. E si attende, al completamento degli investimenti, di superare la soglia dei 500 milioni. «Faremo investimenti - dice Tronchetti Provera - tutti nella gamma alta di produzione, quella dei Suv e dei Light truck. Non avremo più il mix prodotti di una volta».
L’America Latina già rappresenta circa un terzo del fatturato della Pirelli, ma è evidente come il gruppo della Bicocca abbia intenzione di continuare a investire in loco.

La sola fabbrica argentina produrrà, a regime, sei milioni di pezzi annui, di qualità migliore: e di cui una buona parte verrà destinata all'esportazione. Basti pensare che la produzione di autoveicoli «bianco-celesti» dovrebbe chiudere l'anno a quota 650 mila: molto più che nel passato. Ma anni luce dal boom brasiliano, che supera i tre milioni.

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