Pochi postini. E va in tilt pure la campagna elettorale

La Cisl: «Portalettere costretti a coprire più strade, bollette e corrispondenza bloccate» L’azienda: dopo il rodaggio avremo un servizio migliore

Pochi postini. E va in tilt pure la campagna elettorale

(...) portate dalle Poste nella distribuzione della corrispondenza: «Si sono accorpate delle zone, in pratica oggi il postino deve consegnare le lettere in più strade rispetto al passato. Si è voluto ridurre il personale e adesso siamo nel caos». Dalle Poste confermano: «Sappiamo che in 4-5 centri della città ci sono dei problemi. Come sempre, quando si introducono delle novità, serve del tempo perché il sistema le recepisca. Stiamo facendo tutto questo, d’accordo con i sindacati, per diventare più competitivi e reggere la concorrenza dei privati che dal 2009 potranno consegnare la corrispondenza. I cittadini devono avere pazienza - aggiunge l’azienda - Tra un paio di mesi la situazione si sarà normalizzata».
Ma i disagi, oggi, non sono piccoli: gli atti legali rischiano di arrivare a destinazione fuori tempo massimo. E lo stesso vale per tutto quello che viaggia attraverso lettera, dalle bollette ai bollettini per le multe. «Brignole è l’ufficio che serve tutto il centro, ci lavoro e vedo di persona che la situazione è al limite - riprende il sindacalista della Cisl-. Continuiamo, come è giusto, ad accettare la posta che le persone ci consegnano negli uffici. Ma i depositi sono pieni».
Nei mesi scorsi l’azienda ha deciso di rivedere la rete di consegna della posta in tutta Italia. «Genova è stata particolarmente toccata dal nuovo piano, sono state accorpate 158 zone - riprende Saffioti-. Abbiamo chiesto alle Poste di discutere insieme a noi le nuove regole, cercando di coinvolgere chi per anni ha consegnato la corrispondenza e quindi sa meglio di ogni altro quali sono i provvedimenti applicabili. Ci è stato risposto che si partiva ad aprile con due mesi di sperimentazione, nulla di più».
Le Poste, dal canto loro, ricordano che «quell’accordo, del settembre 2006, è stato chiuso con il consenso dei sindacati»: «I problemi, lo ripetiamo, ci sono e stiamo cercando di risolverli dialogando con i lavoratori. Il carico di lavoro è soprattutto dei postini: se prima un portalettere doveva ad esempio consegnare la posta solo in via XX Settembre, ora deve farlo anche in via Dante. Non conoscendo i nomi di via Dante, ci metterà più tempo».
Per questo l’azienda chiede ai cittadini di collaborare: «Bisogna mettere il proprio nome sul campanello e sulla buchetta delle lettere, in questo modo si aiuta il postino. Non è la prima volta che cambiano le zone di distribuzione. I postini tolti dalla strada non sono stati licenziati, sia chiaro, ma utilizzati in altri settori».
Al sindacato non basta. «Dopo solo un mese di sperimentazione - attacca Saffioti - ci troviamo già in braghe di tela». Le lamentele non si fermano qui: «L’azienda solo dopo aver visto i danni cerca di coinvolgere i lavoratori. Troppo tardi - insiste - fino ad oggi le Poste hanno fatto orecchie da mercante alle nostre offerte di collaborazione». Il clima, fra i dipendenti e in particolare fra i postini, è diventato più teso. «Capita sempre più spesso che i direttori se la prendano con gli impiegati che in questa cosa non hanno nessuna responsabilità. Anzi, si trovano a lavorare di più per lo stesso stipendio» denuncia la Cisl. L’azienda cerca invece di smorzare i toni: «Capiamo benissimo la situazione. Ma chiediamo a tutti di collaborare. Oggi un postino riceve sulla scrivania tutta la posta della sua zona e tocca a lui dividerla via per via. In futuro non sarà più così: quando metteremo in funzione il nuovo centro all’aeroporto, il portalettere riceverà sulla scrivania la posta già divisa via per via. Il lavoro sarà quindi più veloce».
All’orizzonte c’è la liberalizzazione del settore.

«Dal 2009 le aziende private potranno distribuire la corrispondenza, servizio che ora fa solo Poste Italiane - conclude l’azienda-. Le novità introdotte ora servono a reggere la concorrenza futura e a difendere i posti di lavoro».

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